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Negli anni '50 spot discreti, poi hanno invaso i palinsesti. Per molti sono la cosa meglio riuscita del piccolo schermo

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Calimero «piccolo e nero»; Tino Scotti con la sua frenetica simpatia che al grido di «Buonasera, buongiorno» promuove il noto lassativo; Mina che brinda con birra alla birra, in costume da locandiera tirolese; Nino Manfredi a colori che sorseggia il caffè «che più lo mandi giù e più ti tira su»; e ancora Vittorio Gassman che dialoga con se stesso e che in coppia con Anna Maria Ferrero inneggia ai celebri baci di Perugina; e poi ci sono tutti «I sogni degli italiani in 50 anni di pubblicità televisiva» nella mostra «Dreams», inaugurata ieri a Milano, alla Triennale, dove resterà fino al 30 maggio. Con evidente soddisfazione del presidente della Triennale Davide Rampello e del direttore Rai delle manifestazioni per i «50 anni di Tv in Italia», Gianluca Veronesi, le 9 stanze dell'esposizione milanese curata con rigore e fantasia da Silvia Annichiarico e Gianni Canova, sono state prese d'assalto da una folla di visitatori. Dal mitico Carosello in poi, che aprì il sipario nel 1957, agli spot dei nostri giorni, la vetrina milanese di 50 anni di pubblicità in tv ci segnala i passaggi del Paese che cambia. Le brevi storie dell'irrinunciabile appuntamento con i beniamini di cinema, tv, sport, cultura, musica, che fino al 1977 ci hanno fatto compagnia deliziandoci fascinosamente per una decina di minuti o poco più sono state sintetizzate nei 16 montaggi tematici dalla bravissima Guia Croce, peraltro collaboratrice fondamentale di Marco Giusti per la sua monumentale classificazione messa a punto in 10 anni di ricerca ne «Il grande libro di Carosello», di cui Frassinelli ha appena pubblicato l'edizione aggiornata. Dal suo cantuccio di Carosello e degli altri pochi spazi di promozione commerciale, la pubblicità ha gradualmente invaso i palinsesti della Televisione, diffondendosi sempre di più, specie a partire dagli anni '80 con la nascita dell'emittenza commerciale, fino a macchiare ogni spazio delle programmazioni e fino a diventare la Tv stessa. Alla mostra della Triennale non ci sono solo la poesia e il gioioso refrain della memoria con i Caroselli di Totò e di Ave Ninchi, o con l'imperturbabile Ispettore Rock di Cesare Polacco che per 11 anni (pensate fra gli autori si sono avvicendati Giorgio Capitani, Daniele D'Anza, Age, Luigi Magni, Lina Wertmuller, Umberto Simonetta), aveva ricordato il suo «errore» scoprendo la lucida pelata. Ci sono i colori e la musica degli incalzanti spot che ci guidano agli acquisti e che, addirittura, pretendono di indicarci il moderno sentiero dell'esistenza. Li ritroviamo, intrecciati ed efficacemente analizzati, percorrendo le 9 stanze affidate ad altrettanti autori: Stefano Giovannoni (nutrimenti), Ciprì e Maresco (affetti e sentimenti), Denis Santachiara (rimedi, rifugi, ripari), Italo Lupi (nostalgie), Fabrizio Plessi (comunicazioni e relazioni), Franca Bertagnolli (maschere e trucchi), Stalker (altrove), Mario Bellini (tele)visioni), Karim Azzabi (cose).

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