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di GABRIELLA SASSONE I GIOIELLI delle star di Hollywood indossati dalla signora della porta accanto.

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E ora quei monili, riprodotti per le clienti «comuni», li vende a prezzi contenuti. Sono sue le collane vittoriane di perle sfoggiate da Gwyneth Paltrow nel film Oscar «Shakespeare in love»; sue quelle di Nicoletta Braschi nel capolavoro «La vita è bella», che ha commosso l'Italia e l'America, ha vinto l'Oscar e lanciato il «toscanaccio» Benigni nell'Olimpo delle star. Sono veri e propri «falsi da Oscar». Gioielli rigorosamente finti in metallo leggero e pietre colorate; copie d'autore realizzate con amore, estro e pazienza certosina per le attrici più belle del cinema hollywodiano e nostrano. Ieri, per la prima volta, una trentina dei pezzi migliori di Andreozzi sono stati esposti all'Hotel Parco dei Principi di Roma, come fiore all'occhiello della mostra-mercato «Antiquariato al Parco del Principi», organizzata da «LeSorelle» con gli oggetti più preziosi dei maggiori antiquari romani. Così, «I gioielli nel cinema» hanno incantato tutti i visitatori, gente dall'occhio lungo, allenato a sbirciare tra la mercanzia esposta: argenti americani, porcellane pregiate, gioielli dal Vittoriano al Decò, trouvailles e bibelots, quadri dell'800 e '900 italiano, francese e inglese, mobili d'epoca, oggetti da collezionismo, antichi e rari tappeti orientali. È una grande emozione, soprattutto per i cinefili pù esperti, ritrovare la parure di gioielli dell'eterea Michelle Pfeiffer de «L'età dell'innocenza»; la stessa sfoggiata qualche anno prima da Laura Antonelli sul set de «L'innocente» di Luchino Visconti. Le giovani seduttrici hanno subito prenotato incantate la collana, gli orecchini e i bracciali-gemelli di foggia settecentesca creati per la statuaria Jane Alexander, la perfida e sensualissima Lucrezia di «Elisa di Rivombrosa», fiction-cult di Cinzia Th. Torrini in onda su Canale 5. E sì perchè il «mago Alberto», che come clausola nei suoi contratti pretende che a fine lavorazione gli venga restituito ogni monile, non li vende assolutamente. Ma, su richiesta, è in grado di realizzare copie autentiche in un paio di giorni. E a prezzi accessibilissimi. Andreozzi, che lavora su commissione dei costumisti ma anche clonando pezzi di alta gioielleria, confessa candidamente di non aver mai visto le pellicole per le quali ha lavorato. Per noi tutti è comunque una gioia ritrovare lo zuccotto di strass sfoggiato da Ornella Muti in «Bonnie e Clyde all'italiana» e creato su un calco in gesso della sua testa; la corona e il collarino di cristalli bianchi e gialli che Ugo Tognazzi usò per travestirsi da donna nel «Vizietto 3»; i monili de «La Traviata» di Zeffirelli disegnati dal grande Piero Tosi. Non mancano pezzi storici: il costume di perle della Bella Otero fatto nel '45 per un film dell'epoca; il pettine con spilloni di Paola Pitagora, prima Lucia Mondella della Tv; i copricapo, i reggiseni e gli slip scintillanti di cristalli con cui nel '65 ancheggiavano in tv le mitiche sorelle Kessler, rigorosamente ri-coperte (previa censura) da calzamaglie nere, che pian piano divennero color carne. Altro che le «Letterine» odierne!

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