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Dramma per la casa contestata

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PRIMA VISIONE

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IL sogno americano infranto, una tragedia esplosiva per colpa di un amore che ha offuscato l'intelligenza. Questi i temi di un romanzo che, a leggerlo attraverso il film di oggi, doveva essere retorico, bolso e lacrimogeno. Si comincia con la casa del titolo dove sabbia e nebbia sono soprattutto allegoriche. L'ha ereditata una giovane donna abbandonata da poco dal marito e così dedita agli alcolici da non leggere nemmeno la posta. Se l'avesse fatto, avrebbe appreso che, per un disguido, era stata accusata di non aver pagato certe tasse e perciò la sua casa era stata messa all'asta. Quando se ne rende conto, l'ha già acquistata un esule iraniano, ex ufficiale dello Scià, che adesso pensa di rivendersela ai prezzi del mercato per rifarsi una vita in America con moglie e figlio. Così quando il disguido legale viene chiarito lui accetta sì di restituire la casa, ma al suo vero prezzo e non a quello dell'asta. Se non che prende le difese della sfrattata un vice sceriffo che se ne è subito innamorato e che è pronto per lei a fare pazzie. Con la conseguenza che ci saranno tre morti e lui finirà in prigione... La regia è di un esule ucraino, Vadim Perelman, che, dopo parecchi video musicali esordisce qui nel lungometraggio scrivendosi anche il testo. Gli si può dare atto di un disegno attento dei personaggi, soprattutto di quello dell'ex ufficiale costruito in modo da svolgervi attorno tutte le aspirazioni di quanti credono nei miracoli del sogno americano, predisponendogli nel frattempo, una fisionomia precisa, dura, autoritaria, ma anche capace, prima della tragedia, di comprendere. Se lo si apprezza, però, in mezzo a tutte le situazioni melodrammatiche che lo coinvolgono, lo si deve solo a Ben Kingsley che lo interpreta. Con un rigore che sa diventare grandezza. Vi corrisponde, nel personaggio femminile, una quasi straziata Jennifer Connelly.

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