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AMOS LUZZATTO

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«Uno spirito che deve durare per tutto l'anno in Europa»

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Per il presidente delle comunità ebraiche italiane, Amos Luzzatto, «solo così la Giornata della Memoria non correrà il rischio di trasformarsi in un mero rito, in una delle tante ricorrenze del calendario, ma segnerà il punto più alto di riflessione di un Paese e di un intero Continente». In ogni caso, «il fatto che l'Italia, come già altri Paesi europei e in accordo con l'iniziativa presa per primo dal governo svedese, abbia "ope legis" istituito una giornata per ricordare e riflettere sulla Shoah - sottolinea Luzzatto - vuol dire che riconosce l'Olocausto come un "vulnus" inferto alla società, italiana ed europea, che ha colpito cittadini europei. Con l'Olocausto, l'Europa fece un atto di autodistruzione, procurò un danno a se stessa». Luzzatto ricorda, infatti, che «praticamente tutti i Paesi d'Europa furono coinvolti. Per questo, non è sufficiente soltanto ricordare ma essere tuttora consapevoli delle ferite che hanno lasciato tracce indelebili in tutta Europa, in chi le ha subite e in chi le ha inferte. Si commetterebbe un gravissimo errore di prospettiva - avverte - se si pensasse che l'antisemitismo riguardi solo gli ebrei. Perchè gli ebrei non sono stranieri capitati per caso sul suolo europeo; sono essi stessi cittadini europei, componente essenziale della cultura e della società europea. In questo senso, per come ha agito e operato, la Shoah è stata una patologia europea».

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