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«Una morte da star come si conviene al grande Helmut Newton, come una sua foto.

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Toscani, che nel maggio del '68 gli fece da assistente per un lavoro a Milano, ricorda anche che «Newton nei giorni della rivoluzione era molto preoccupato per la sua automobile. "Speriamo non succeda nulla alla mia Rolls Royc" mi disse. Ci lascia - conclude Toscani - soprattutto un documento di una certa borghesia». Al fotografo scomparso era legato da amicizia Vittorio Sgarbi, che lo ricorda così: «Helmut Newton aveva un angolo di visuale non ortodosso, non lineare. Trasmetteva qualcosa di angoscioso e non era certamente un fotografo patinato». «Era un mio caro amico - ha aggiunto Sgarbi - nel 1990 "Vanity Fair" mi commissionò una mia autobiografia e Newton scattò la foto di copertina. Da allora ci siamo rivisti varie volte a Roma e a Montecarlo. I ricordo che associo a lui sono di pranzi, battute e belle ragazze». Risale a un mese fa «uno strano presagio della sua morte: una foto, scattatami da lui a Montecarlo, particolarmente corrosa dall'umidità e attualmente in restauro». Per la morte di Newton ha espresso cordoglio Klaus Wowereit, borgomastro di Berlino, sua città natale: «Perdiamo un artista di rango mondiale».

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