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MISSIONE 3-D — GAME OVER, di Robert Rodriguez, con Antonio Banderas, Carla Gugino, Sylvester Stallone, Stati Uniti, 2003.

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Con l'anno nuovo è tornata la vecchia 3D, quella con cui Hollywood, fin dai primi anni Cinquanta, credette di poter contrastare la Tv che iniziava a darle fastidio. Ricordate «L'uomo nell'ombra» nel '53 e addirittura «Delitto perfetto» di Hitchcock nel '54? Vecchia la 3D e vecchia comunque anche la storia con cui tenta di riconquistare qualche spettatore, perché si tratta della terza puntata di quella serie metà spionaggio metà cinema per ragazzi avviata nel 2001 con «Spy Kids» da Roberto Rodriguez (apprezzato a suo tempo dai cinofili per film come «El Mariachi», «Desperado» e «Dal tramonto all'alba»). In quel primo film, e poi nel secondo, c'erano sempre al centro due genitori, interpretati da Antonio Banderas e da Carla Gugino, che, spie di professione, venivano alla fine cavati da grossi impicci grazie alla intraprendenza dei loro due figlioletti, una ragazzina e un ragazzino interpretati da Alexa Vera e da Daryl Sabara. Oggi il quartetto ci si ripresenta senza variazioni con la sola novità della 3D, con il cattivo di turno cui dà grinta senza timore Sylvester Stallone con una storia che ricalca abbastanza le due precedenti. Ma con la differenza che ora, negli impicci, ci sono i due figli, imprigionati da Stallone, in veste di un malefico fabbricante di giocattoli, all'interno di un videogame che, se non stanno bene attenti, potrebbe trasformarsi in una trappola mortale. Niente paura, ad ogni modo. Non s'è mai visto che a un film così, peraltro spesso divertente, venga a mancare il lieto fine. All'inizio, comunque, c'è un personaggio nuovo, ma interviene solo a dare informazioni sulla 3D. Di cui i giovani, forse, hanno bisogno. G. L. R.

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