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L'Archivio Ricordi trova casa

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È giustamente soddisfatto Tino Cennamo, amministratore delegato della Bmg: l'Archivio Ricordi finalmente ha trovato casa. Diciamolo pure, è una sede consona al suo alto lignaggio, la Biblioteca Nazionale Braidense di Milano, dove già sono custoditi manoscritti, libri a stampa e documenti della grande cultura italiana, basterà ricordare il manoscritto dei «Promessi Sposi». Già ieri mattina nella sala Maria Teresa, - dedicata all'imperatrice che fondò la Braidense - sono stati esposti manoscritti e partiture che dell'Archivio Ricordi costituiscono l'orgoglio. In un paese in fibrillazione per i «famosi isolani», come si fa a spiegare perché è importante che l'Archivio Ricordi abbia trovato casa? Certo, anche qui si ospitano i famosi: Scarlatti, Rossini, Donizetti, Verdi, Puccini, le loro partiture autografe, le prime stampe con le correzioni di mano dell'autore. E poi bozzetti di scene e di costumi e le arruffate note ottocentesche di regia delle prime, le seconde, le terze, dei capolavori del melodramma italiano... Lettere e documenti, tratte commerciali, i drastici messaggi di Verdi al suo editore, a volte brevi come un SMS, le corrispondenze più tornite di Donizetti, e poi i documenti di Bellini e cento altri impresari, cantanti, librettisti, pittori, nobili connoisseurs e squallidi faccendieri. Insomma dal 1808, momento in cui un ignoto violinista del Teatro Fiando di Milano, tale Giovanni Ricordi, dopo aver imparato a Lipsia la tecnica della stampa musicale, aveva dato inizio alla sua piccola attività editoriale, si è geologicamente stratificato un archivio immenso. Accresciuto poi dalle carte di altri editori che tra fine '800 e '900 sono stati assorbiti da Casa Ricordi, vera dominatrice del panorama musicale. Milioni di documenti in cui è dolce naufragare visto che ne riemerge un'intera civiltà musicale. Ecco perché e difficile spiegare l'Archivio Ricordi: a fronte di decine di migliaia di scritti e dei miliardi di note delle partiture, sembra perdere peso un autografo di Paganini o di Bottesini. L'Archivio Ricordi, oggi proprietà della Bmg, è uno dei più importanti archivi della musica del nostro paese, le vicessitudini per trovargli casa sono state lunghe e faticose. Doveva essere comprato dallo stato, ma la trattativa fallì nel 2000; allora Cennamo appena nominato «ad» della BMG decise di non venderlo ma di cercargli una sede in collaborazione con i Beni Culturali e gli enti locali che avevano sottoposto l'Archivio a un rigoroso vincolo che ne impedisce tanto lo smembramento quanto qualsiasi spostamento fuori Milano. Tutto sembra risolto quando nel 2002 il comune meneghino offre come sede palazzo Busca, ma poi mancano i soldi per ristrutturarlo. Brividi e scongiuri, trattative infinite, fiati sospesi, e finalmente ecco il «liberi tutti»: «Dobbiamo ringraziare le due persone che hanno reso possibile questa sistemazione - spiega Cennamo - Sono Francesco Sicilia, direttore generale ai Beni Culturali e Goffredo Dotti che dirige la Braidense». Qualche merito va certo alla pervicacia di Cennamo, che in oltre cinque anni di fallimenti e intoppi burocratici non ha mai mollato. Trovata la sede, ottenuto il patronato del Presidente della Repubblica, ora si può cominciare a valorizzare l'Archivio Ricordi e far sì che non resti un bel mucchio di carte polverose: «Quanto prima gli studiosi potranno tornare a consultarlo - prosegue Tino Cennamo - Ogni mese, a partire da gennaio, prepareremo mostre: la prima sarà dedicata alle commemorazioni per il tricolore dove esporremo pagine di Rovato che dell'inno di Mameli (nella foto la prima pagina dello spartito) è l'autore delle musiche, poi ci saranno i cento anni della Butterfly; la commemorazione dei 50 anni dalla morte di Alfano. Presto, forse già nel 2004, sarà pronta la digitalizzazione dell'Archivio, e una parte sarà accessibile a tutti in rete. Qualcosa si è mosso. Sembra che continuerà a muoversi. La not

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