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A Napoli si inaugura il museo che offrirà agli occhi di tutti il tesoro del Patrono della città

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San Gennaro, antidoto alla depressione

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San Gennaro è uno dei santi più venerati del mondo, celebre per il miracolo del sangue, anche se altrettanto miracolosa è la storia di questo semi-sconosciuto vescovo di Benevento, martirizzato a Pozzuoli insieme ad altri cristiani durante la persecuzione di Diocleziano, intorno all'anno 304. Dall'oblio della moltitudine dei martiri, San Gennaro emerse due secoli dopo la morte, quando fu effigiato nelle catacombe di Capodimonte, tra i suoi compagni immolati. Il miracolo del sangue è documentato nel XIV secolo e da allora la devozione al misterioso santo non è mai venuta meno. I suoi devoti lo hanno ricoperto di doni, autentiche opere d'arte conservate finora dalla Deputazione della Real Cappella del Tesoro, l'antica istituzione fondata nel 1527. La Deputazione è da oltre tre secoli l'attenta custode della Cappella, la cui splendida realizzazione architettonica è stata arricchita negli anni da mirabili opere d'arte, frutto dell'ispirazione dei più celebri pittori e scultori. Il Tesoro è un armonico insieme di capolavori dell'oreficeria, dell'argenteria, e dell'arte plastica. Il Santo ha avuto in dono gioielli, statue, busti, ostensori, quadri, tessuti pregiati, ricami, acqueforti. Del percorso museale faranno parte anche le tre sacrestie secentesche della Cappella appena restaurate con dipinti di Massimo Stazione, Luca Giordano, Farelli e Falcone. Il Museo sarà a carattere permanente e proporrà ogni anno un tema diverso, quest'anno si inizierà con gli Argenti, circa settanta capolavori dell'artigianato napoletano che spaziano dal XIII al XVIII secolo. Nelle opere si riverberano l'inventiva dei maestri argentieri, la spettacolarità e il fasto unite alla religiosità e alla devozione popolare. Molti degli oggetti esposti sono stati salvati e preservati dai continui saccheggi ed espropri e vessazioni che la storia non ha risparmiato alla gloriosa città di Napoli. L'argento, metallo nobile e luminoso è paragonato nella simbologia cristiana alla carne dei santi, resi puri dal martirio o dalla vita consacrata alla fede, all'amore e alla speranza. È quindi la sostanza ideale per la costruzione artistica di oggetti di culto, per custodire le reliquie, utilizzate nelle cerimonie, nelle processioni e in vari accadimenti liturgici. La gloria dell'arte barocca fa da cornice al mistero della santità. Ritengo che il barocco (talvolta ingiustamente poco apprezzato) è il vero antidoto alla depressione, al pessimismo e alla morte. L'arte secentesca «metteva in scena», come il teatro greco, il dolore del mondo e in tal modo lo riscattava, imponendo al divino di irrompere nella miseria e nel rischio della vita quotidiana. Pochi sanno che lo scioglimento del sangue di San Gennaro era in stretto rapporto con pacificazione del fuoco del Vesuvio. Durante la grande eruzione del 1631 l'arcivescovo decise di portare in processione la testa del patrono e le ampolle del sangue «il qual sangue fu ritrovato liquefatto, certo presagio della futura grazia» dice il cronista. Una giusta e ordinata alternanza tra gli stati del sangue garantisce l'ordine cosmico e la tranquillità delle coscienze. Nessun razionalista o scettico che sia, potrà intaccare una devozione che assicura una speranza così certa e vigile che, insieme alla bellezza , ci fa dimenticare i mali. Gli argenti del santo vanno oltre l'aspetto devozionale e testimoniano come l'arte mantenga il suo compito primario: avvicinare gli umani alla perfezione del divino. (Per chi vuol saperne di più www.museotesorosangennaro.com )

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