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di DARIO SALVATORI A 86 ANNI Henri Salvador è probabilmente il più anziano performer in attività di servizio.

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Salvador ha appena pubblicato «Ma chere et tendre», un album che riprende con dolcezza le redini di «Chambre avec vue», pubblicato con incredibile successo internazionale tre anni fa. Dalla bossa nova al blues, dalla canzone romantica allo swing, l'album, pervaso da un tono di leggera malinconia, si lascia trasportare nel flusso dei ricordi. Fra i brani, in rilievo «Quand un artiste», «Vous» (brano di Guy Beart datato 1958), «Ailleurs»(scritta per l'album precedente ma scartata all'ultimo momento); tutte canzoni che non avrebbero potuto esistere se non avessero avuto questa voce incredibilmente giovanile, in grado di compiere mille acrobazie. Nato in Cayenna ma trasferito a Parigi all'età di 7 anni, Henri Salvador diventa ben presto cantante d'orchestra e si esibisce insieme al fratello Andrè nel cabaret nizzardo di Brenrd Hilda e nei locali di Cannes. La popolarità arriva nel 1941, quando diventa "collegien" dell'orchestra di Ray Ventura, partendo l'anno dopo per un tour in Sud America che lo consacra vedette. Gli incontri con Boris Vian, Yves Montand e Jean Sablon mettono ancora più in risalto le sue caratteristiche salienti: da una parte l'origine creola, che si ritrova nelle melodie che scrive e nelle sonorità che ricrea e dall'altra la sua personalità esplosiva, il suo gusto dell'assurdo, il suo humor che invita a prendere la vita dal lato buono, accompagnato da una perizia strumentale, soprattutto alla chitarra, non certo disprezzabile. Tra una piroetta e una smorfia Salvador trasmette la sua filosofia del sorriso, come accadde nel 1960 allorché divenne un protagonista dello show del sabato sera della televisione italiana, soprattutto grazie ai suoi sketch e alle canzoni gags. E' questa la sua formidabile ricetta per invecchiare in bellezza. Malgrado il passare degli anni, Salvador resta il simbolo vivente della gioia di vivere, della festa collettiva. «Ma chere et tendre» viene pubblicato in un momento fantastico per l'artista francese, soprattutto in una stagione discografica confusa e tutt'altro che foriera di buoni auspici. Questo perché al di là della cornice comica - talora è stato anche indicato come artista circense - Salvador ha sempre lasciato emergere una professionalità, o ancor meglio una sensibilità, da lasciare il segno. La pubblicazione del nuovo album coinciderà con un tour che speriamo possa toccare anche l'Italia. La sua valigia delle meraviglie ricca di doppiofondo servirebbe moltissimo al prossimo Festival di Sanremo, storicamente avaro di protagonisti francofoni, in grado di rinnovare la tradizione del «meneur de revue».

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