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Guzzanti, show alternativo domenica a Roma

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IL CASO «RAIOT»

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Ma è anche un'occasione splendida per dimostrare che non c'è libertà d'informazione, siamo in un regime, urge fare qualcosa». Le sorti del programma, tuttavia, sembrerebbero segnate, come ha spiegato il produttore, Valerio Terenzio: «Ho riparlato con il direttore di Raitre, Paolo Ruffini, che ha consultato la direzione generale e l'ufficio legale. Ha detto che la delibera è molto chiara e che quella è la decisione della Rai», vale a dire consentire la visione preventiva delle cinque puntate successive del programma prima della messa in onda. Invieremo una lettera all'azienda chiedendo di ottemperare al contratto e di andare in onda domenica. Se non sarà così, valuteremo con i nostri legali l'ipotesi di un contenzioso con la Rai». In ogni caso, per domenica prossima, la Guzzanti sta già organizzando uno spettacolo satirico "alternativo": «L'Ambra Jovinelli è troppo piccolo per le adesioni che abbiamo già ricevuto, quindi andremo all'Auditorium. Hanno già aderito, tra gli altri, Paolo Rossi, Beppe Grillo, Dario Fo e altri teatri e tanti circoli dei Girotondi hanno chiesto di collegarsi con noi». «La Guzzanti e la sinistra non vogliono la libertà d'espressione, quella per fortuna c'è da quando al governo si è insediato il centrodestra. No, vogliono la libertà di insulto». La risposta della maggioranza alle accuse della Guzzanti arriva dal vicepresidente dei senatori di Forza Italia e componente della Commissione di Vigilanza Rai, Paolo Barelli. «I provvedimenti presi all'unanimità dal Cda, presidente Annunziata compresa, per sospendere e valutare "Raiot" sono legittimi, doverosi e assolutamente giustificati. Satira non è sinonimo di volgare sberleffo, di insulto, di pesante e unilaterale propaganda politica senza contraddittorio».

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