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La cucina salernitana che fa impazzire gli americani

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Le altre seguono le mode, quella di casa nostra resta. Ma qual è il segreto del successo del San Pietro (18 east 54th Street, tra Fifth e Madison Avenues) che fin da quando ha aperto i battenti nel 1992 è stato considerato uno dei migliori ristoranti italiani della Grande Mela? Lo abbiamo chiesto a Gerardo Bruno proprietario insieme ai fratelli Antonio (chef) e Cosimo (responsabile dei vini) mentre il quarto, Giuseppe, segue l'altro conosciutissimo ristorante di famiglia, il Sistina sulla 81st Street e 2nd Avenue: «Il segreto è specializzarsi nella cucina regionale, e ancora meglio in quella provinciale. Oramai i piatti nazionali italiani si trovano ovunque, spesso anche nei ristoranti prettamente americani. È la cucina locale che il cliente ricerca. Viene da te perché sa che solo lì può trovarla». Un locale di grande gusto, il San Pietro, il cui arredamento viene però messo subito in secondo piano dal profumo di quell'entroterra salernitano che si respira appena se ne varca la soglia. È in quella terra ricca di sapori, a 14 chilometri dal mare, che la famiglia Bruno possiede la Tenuta Pazzulli - seguita dal padre Gaetano - ed è lì dove vengono prodotti l'olio extra-vergine di oliva e i pomodorini che oltre ad essere usati nei due ristoranti possono anche essere acquistati in eleganti bottiglie di vetro. Un menù ricco di ottimi piatti che ha fatto vincere al San Pietro importanti premi trai quali i prestigiosi Wine Spectator 2001 Award of Excellence e The American Academy of Hospitality Sciences 5 Star Diamond Award (sempre nel 2001), oltre ad essere stato insignito del titolo di Miglior Cantina Italiana fuori dall'Italia dall'ex-Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Tra i tanti nomi noti dei clienti abituali del San Pietro ci sono quelli di Robert De Niro, Meryl Streep, il segretario di Stato Colin Powell, Marvin Bush. E come si sa, spesso le celebrities hanno le loro manie, soprattutto per quanto riguarda il cibo: «Da noi no. Mangiano sempre quello che suggeriamo noi» risponde fiero Gerardo Bruno. Ma al cliente che viene da voi per la prima volta lei cosa consiglierebbe? «Come antipasto fave e cicoria, poi linguine con colatura di alici, branzino cotto sotto sale e per finire una bella fetta di torta caprese, o sei siamo a Pasqua la pastiera di grano». Tra poco negli Stati Uniti sarà festeggiato il Thanksgiving. Anche voi metterete nel menù il tacchino? «Ma quale tacchino! Da noi si mangerà il cappone che sarà cucinato seguendo una ricetta di nostra nonna. All'interno un ripieno di interiora e asparagi e poi cotto in forno con patate e rosmarino». Buon appetito!

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