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di GIAN LUIGI RONDI SWIMMING POOL, di François Ozon, con Charlotte Rampling, Ludivine ...

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Sempre giocando con le ambivalenze, questa volta, però, con una propensione al cerebrale che lo fa sconfinare nell'inespresso. Lo spunto glielo offre la crisi creativa di una scrittrice inglese di gialli, Sarah Morton. Il suo editore che, fuori dal matrimonio, ha avuto una figlia da una francese, Julie, le propone di ospitarla per qualche tempo in una casa che possiede in Provenza. Sarah accetta, ma la solitudine in cui sperava è bruscamente interrotta dall'arrivo proprio di Julie, una ragazzina disinibita dedita a un sesso quasi estremo dall'età di tredici anni. Prima Sarah si adombra e non nasconde la propria ostilità all'intrusa che pure ha più diritti di lei in quella casa, poi osservandola, seguendo le sue vicende sessuali mai un solo momento discrete, finisce per trarne motivo di ispirazione per il romanzo di cui prima non era in grado di risolvere l'intreccio. Da qui il resto, perché Ozon, che si è scritto anche il testo, mescola all'incontro fra quelle due donne tanto diverse dei fatti che, forse, sono inventati da Sarah per il suo romanzo: addirittura con un omicidio di Julie ai danni di un amante occasionale che le si rifiutava e con l'intervento di Sarah per occultarne il cadavere secondo tutti gli accorgimenti che si leggono nei «gialli». Per chiudere con la pubblicazione di un romanzo con quei personaggi. All'inizio l'incontro difficile fra le due donne è ben dosato, anche se piuttosto statico, in seguito quando la realtà si sovrappone all'invenzione della scrittrice, il racconto si inceppa e la regia, pur attenta alle immagini, non riesce quasi mai a chiarirci il vero e l'immaginato nella vicenda che affronta. La domina comunque con rigore Charlotte Rampling come Sarah. Julie è Ludivine Sagnier, presente spesso nei film di Ozon.

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