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SI ALLUNGA il cammino parlamentare della proposta di legge che istituisce una rete dei musei della moda: ...

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Daniela Santanchè (An) punta il dito contro il diessino Valdo Spini: «Con grande dolore - afferma - Spini non ha reso possibile la concessione della legislativa. Mi dispiace perchè così impedisce di portare avanti l'Italia come sistema museale della moda. Tutto questo solo perchè gli interessa soddisfare solo gli interessi fiorentini». Spini e Santanchè sin dall'inzio dell'esame del provvedimento «sponsorizzano» due città diverse come sede principale della rete di musei: la parlamentare di An Milano, Spini Firenze. Ma questo non è stato il solo motivo di attrito: si è discusso a lungo sulla possibilità di aumentare il numero di musei e la ripartizione dei fondi. Spini ha criticato gli stanziamenti per le sedi e ha proposto una ripartizione del fondo a seconda del patrimonio che la sede apporta al sistema ma che non ha trovato alcun consenso da parte del relatore del provvedimento Alessio Butti (An). Ma con le ultime modifiche approvate in commissione (con tre emendamenti richiesti proprio dal diessino e presentati dal relatore Butti), la proposta di legge sembrava essere arrivata in dirittura d'arrivo. Il provvedimento prevede un sistema organizzato a rete composto dalla Galleria del costume di palazzo Pitti (Firenze), museo del tessuto di Prato; Museo della moda italiana a Milano; Museo della seta a Como; Fondazione Micol Fontana a Roma più una lunga serie di strutture minori. A Firenze è affidata un'apposita fondazione con il compito di promuovere l'ampliamento della rete. Delusa per l'allungamento dei tempi Carla Mazzuca Poggiolini (Udeur) che ha parlato di «una perfetta lottizzazione» per l'attribuzione dei fondi. Per la Mazzuca «i fondi hanno privilegiato le sedi di Como (perchè c'è dietro la Lega), di Milano (perchè c'è Forza Italia) e di Lecce (perchè c'è An) mentre le sedi di Roma e le altre hanno avuto solo le briciole». Spini ha ribadito le critiche al testo: «Non possiamo accettare che con i soldi del contribuente si crei un Museo della Moda a Milano senza aver precisato quale ne sia il primo nucleo costitutivo, che altri soldi vengano dispersi in una miriade di iniziative e che venga così ridimensionato il ruolo di strutture come la Galleria del costume di Palazzo Pitti a Firenze e il Museo del tessuto di Prato, dietro le quali c'è stato un effettivo contributo di risorse locali e di donazioni significative». Santanchè e Mazzuca chiederanno di portare il provvedimento al più presto all'esame dell'aula.

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