Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Viaggio nella dignità dell'ebraismo offeso

default_image

I racconti di Giorgio Bassani sulle persecuzioni proposti nella versione originale

  • a
  • a
  • a

Le ragioni di una simile operazione, unica nella nostra storia letteraria, sono forse misteriose o fin troppo chiare, se si riflette sull'ansia di perfezione che da sempre, ovunque, ha caratterizzato la vicenda umana e letteraria di questo maestro del nostro Novecento. Tenacemente, ha perseguito una rigorosa ricognizione stilistica che non sempre — ha ragione Cesare Segre — ha dato i suoi frutti: la conferma si riscontra in questa edizione einaudiana che ripropone, senza alcuna correzione, le Cinque storie ferraresi, così come il quarantenne Giorgio Bassani le aveva scritte e pubblicate nel 1956, con tutto quel particolare fascino che le vicende raccontate, e quelle temperie ancora così ardua e bruciante, esprimono con una totale perfezione stilistica. E ancora ha ragione Geno Pampaloni quando ricorda che «forse nessuno in Italia ci aveva dato con tanta penetrante dolcezza il senso dell'antica dignità e del dolore con cui gli ebrei italiani hanno subìto i terribili anni di guerra». I titoli-cult sono un sacrario intangibile: Lida Mantovani, La passeggiata prima di cena, Una lapide in via Mazzini, Gli ultimi anni di Clelia Trotti, Una notte del '43. Cinque reperti nella tragedia dell'ebraismo perseguitato e offeso: cinque situazioni saldate fra loro da una riflessione, più volte ripetuta dallo scrittore. Si tratta di persone che compiono un viaggio senza ritorno, senza sbocco né speranza della condizione umana. Una madre e una figlia fortemente unite in un domestico trauma, il matrimonio del dottor Corcos, senza luce né bagliori, pur avendo sposato una giovane contadina, il solo ebreo sopravvissuto alla deportazione che torna a casa e in via Mazzini legge la propria lapide con l'annuncio del sacrificio, la maestra elementare Clelia Trotti, aggredita dagli squadristi, e il suo laico, tristissimo funerale, infine, il racconto più bello, perfetto scandito da un linguaggio che evoca i capolavori della tragedia greca: Pino Barilari, modesto farmacista ferrarese, ha sposato la più bella ragazza della città. Attende che torni, di notte, dall'ennesimo incontro d'amore, e assiste all'esecuzione di un gruppo di antifascisti davanti al castello estense. Un capolavoro, che fa crescere a dismisura lo sdegno per una memoria massacrata, offesa, da volgari questioni di eredità. Amen. W. M. Giorgio Bassani «Cinque storie ferraresi», Einaudi 2020 pagine, 18 euro

Dai blog