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Maya Sansa, come dimenticare Venezia grazie al Premio Pasinetti

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Un 2003 davvero eccezionale per Maya Sansa (nella foto) giovane stella del cinema italiano in rapida ascesa. Esordisce con Marco Bellocchio che la scopre e le offre la parte da co-protagonista nel film «La balia», e da allora è praticamente sommersa da una pioggia di riconoscimenti. Ieri mattina, nella splendida cornice di Palazzo Trevi a Roma ha ricevuto il premio Francesco Pasinetti 2003 assegnato dal Sindacato nazionale giornalisti cinematografici per la bella interpretazione in «Buongiorno, notte». Il 17 ottobre a Ravenna riceverà il Premio Fice durante «Gli incontri del cinema d'essai». Ma lei non si è montata la testa, rimane la ragazza semplice di sempre, nata 28 anni fa nel quartiere romano di Trastevere, metà italiana e metà iraniana. Maya, a Venezia il film è stato snobbato, ora finalmente arrivano i primi riconoscimenti. «Ho saputo del Pasinetti lo stesso giorno in cui ci hanno comunicato che a Venezia non avevamo vinto nulla. Per questo ho gradito con particolare soddisfazione questo premio della stampa specializzata». Un vero e proprio colpo di fulmine, dal punto di vista artistico, tra lei e Marco Bellocchio... «Di colpo di fulmine non parlerei proprio. Magari fosse andata così. Ho dovuto faticare non poco per ottenere quella prima parte. Ero a Roma per le vacanze di Pasqua, frequentavo in quel periodo l'Accademia d'arte drammatica a Londra. Andai nel suo ufficio per un colloquio. Era un periodo molto bello per me, stavo facendo delle cose interessanti in Accademia. Capii subito che qualcosa lo aveva colpito, ma furono i sei successivi provini a convincerlo definitivamente». Bellocchio in genere non lavora mai con le stesse attrici. Eppure l'ha voluta nuovamente con se in questa ultima fatica. Una bella occasione? «Premetto che devo tutto a Marco. Essere stata messa alla prova da lui per me è stato un onore ed una sfida. Credo che se senza un bravo regista non ci possono essere bravi attori. Ma devo confessare che in questa occasione è stata ancora più dura. Lui veramente non mi aveva presa in considerazione, poi ha iniziato ad incuriosirsi, rispetto anche a quello che potevo dare al personaggio». Che genere di proposte le giungono ora? «Tante. Anche co-produzioni dall'estero, ma ancora non ho deciso». Il teatro? «Ho iniziato con il teatro da quando avevo 15 anni, ma il cinema in questo momento mi affascina di più».

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