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DOPO Raffaello e Modigliani, al parigino «Luxembourg», accanto al Palazzo creato su impulso di Maria ...

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La mostra, inaugurata ieri dal presidente Ciampi e dal presidente del Senato Poncelet, si intitola «Botticelli, da Lorenzo il Magnifico al Savonarola». Frutto di un accordo con la Sovrintendenza dei musei fiorentini, situa infatti l'arte del Maestro del Rinascimento nel contesto politico di Firenze alla fine del Quattrocento. I musei più importanti del mondo, e i collezionisti privati, hanno permesso di riunire per la prima volta insieme 19 tele e numerosi disegni realizzati da Alessandro Filipepi detto il Botticelli per famiglie e personaggi di rilievo della Corte dei Medici. Una serie di dipinti e disegni eseguiti da altri protagonisti della scena artistica fiorentina dell'epoca - Leonardo, Piero di Cosimo, Filippino Lippi - completano il percorso organizzato in modo cronologico, che si basa sui risultati dei più recenti lavori storici per proporre una lettura approfondita dell'opera e della complessa personalità del maestro. Sontuoso il catalogo, curato da Pierluigi de Vecchi, assieme a Daniel Arasse artefice dell'esposizione. Se mancano all'appello tele storiche come «La Primavera» e «La nascita di Venere» - rimaste agli Uffizi- la mostra offre un insieme di incomparabile valore, da «Pallade e il Centauro» a «La calunnia» (Uffizi), da «La Madonna, il bambino e un angelo» del Museo Fesch di Ajaccio al «Ritratto di ignoto con medaglia di Cosimo il Vecchio» (Uffizi), dalla «Madonna del padiglione» della Biblioteca Ambrosiana di Milano alla «Annunciazione» e al piccolo «Sant'Agostino ed il suo studio», entrambi provenienti dagli Uffizi. Ma i prestiti hanno suscitato polemiche. Contraria al trasferimento dei capolavori la direttrice degli Uffizi - da cui provengono quattro tele e alcuni disegni esposti al Luxembourg - Anna Maria Petrioli Tofani. Il sovrintendente Paolucci ha replicato: «I prestiti sono finalizzati alla mostra sul Maestro che sarà inaugurata a Palazzo Strozzi il 10 marzo». A. T.

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