
AMAVA KUBRICK

«Gli attori? Sono come bambini»
In una delle sue ultime apparizioni pubbliche, al Festival di Berlino del 1996, dove ricevette l'Orso d'oro alla carriera, disse: «Dagli attori non ho imparato nulla, sono come bambini. A volte sembrano geni, ma tutto dipende da altre circostanze, il regista o il tipo di film. Brando con me ha fatto due film eccellenti, poi ne ha fatti un altro paio buoni e niente più. Io ho insistito spesso perchè diventasse un regista». In quella occasione, tra una risposta lapidaria e un minaccioso «Altre domande?» o «C'è dell' altro?», il grande vecchio, che si faceva tradurre dal critico francese Michel Ciment anche le domande formulate in inglese, a un certo punto sembrò sciogliersi e lasciarsi andare all'attività che, a parole, sembrava detestare di più: esprimere giudizi. Le sue simpatie sembravano andare a James Dean: «Ci capivamo perchè era pazzo come me. Una volta in macchina stavo spiegandogli la scena in cui, nella "Valle dell'Eden", avrebbe dovuto sfondare un cartellone e lui lo fece davvero». Non amava fare classifiche tra i film («non siamo alle corse dei cavalli, in cui c'è qualcuno che arriva primo») però ammetteva: «I film che preferisco sono i miei». E quelli di oggi? «Non li vedo molto, ma un buon film è quello in cui un regista ci mette la passione e di questo tipo di film ai nostri giorni ce ne sono sempre meno». Sottoposto ad una specie di interrogatorio, concesse: «Kubrick è grande, Allen mi piace e Martin Scorsese è straordinario: soprattutto è un uomo generoso. Grazie a lui è stato restaurato il mio "Il ribelle dell'Anatolia", in pratica ci ha messo più soldi lui di me...».
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