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«L'INCISORE DI BRUGES»

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Un artista bruciato dall'amore nell'Europa dei Fiamminghi

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Come molti di quelli firmati dal francese Pascal Quignard, studioso di storia antica e musicologo che nel bellissimo «Tutte le mattine del mondo» associava appunto il sentimento alla musica, il suono alla passione. Un romanzo sulla disperazione di un artista innamorato nell'Europa seicentesca dei pittori fiamminghi. E «gli uomini disperati vivono negli angoli. Vivono attaccati allo spazio come le figure dipinte sui muri, senza respirare, senza parlare, senza ascoltare nessuno», scrive Quignard nel suo nuovo lavoro, «L'incisore di Bruges», che racconta la vita straziante di Meaume, sfregiato al volto con l'acido dal rivale e promesso sposo della sua amante. Quindi respinto da quest'ultima, che vede in lui solo l'aspetto ripugnante e non ne coglie la sublimità dell'animo e delle opere. Con il cuore spezzato, Meaume comincia un vagabondaggio e «semina» le sue acqueforti a ogni tappa del viaggio, fino alla sua morte. «Tale era un tempo la vita dei pittori: una serie di città. Erravano. Meaume andò da Parigi a Lavaur, poi Tolosa, Lunéville, Bruges», narra Quignard. E poi ancora Bologna, e «la terribile solitudine di Ravello. Poi Roma. Poi la Spagna...poi Londra e Utrech». Qui muore alla fine del 1667. Una delle tappe più importanti dell'incisore è proprio Roma, nella quale Meumes vive un anno con la sua compagna Marie Aidelle (una donna che «aveva un odore meraviglioso di foresta buia, di felci, di funghi» e che, a proposito della collera, diceva: «Tutti gli infelici sono nati da uno scoppio di collera dei loro genitori che il piacere successivo non ha placato»). A Roma incide anche una serie di stampe erotiche, che verranno bruciate in Campo de' Fiori. Una vita senza colori, quella di Meaume, che si specializza, dicevamo, nella stampa alla «maniera nera». Un'incisione a rovescio nella quale «ogni forma sulla pagina sembra uscire dall'ombra come un bambino dal sesso della madre». Una vita triste. Meaume è uomo costretto a riempire con l'arte il vuoto lasciato dal primo grande amore, è immerso nell'oscurità, come le sue stampe. E della vita dice: «C'è un'età in cui non s'incontra più la vita ma il tempo. Si smette di vedere la vita vivere. Si vede il tempo divorare la vita. Allora il cuore si stringe. Ci si regge a dei pezzi di legno per vedere ancora per un po' lo spettacolo che sanguina da un capo all'altro del mondo e per non caderci dentro». Pacal Quignard,«L'incisore di Brughes» Frassinelli, 116 pagine, 16 euro

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