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ENTUSIASMO NEGLI USA PER «GREENDALE»

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Neil Young, rock-opera capolavoro

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La stampa americana non ha praticamente dubbi, e tutte le recensioni - dal New York Times al più trendy Rolling Stone - sono davvero entusiaste. Con «Greendale», il nome di una cittadina immaginaria del sud della California, Neil Young firma il suo ventottesimo cd, ma con una grandissima novità. Si tratta infatti della prima opera-rock di Neil Young, come scrive il New York Times, pur esprimendo qualche dubbio in proposito, non essendoci un'orchestra sinfonica alle sue spalle, ma soltanto una rock band ridotta all'osso. «Non abbiamo trovato una definizione migliore», spiega l'articolista, Neil Strauss. Secondo Rolling Stone la storia di «Greendale» è un mix di Tolkien, Chandler e Wes Craven, il tutto condito «dalla visione instabile» di Young. «Greendale» racconta la storia della famiglia Green, prigioniera dei tempi che cambiano, che li hanno fatto passare forse troppo rapidamente dalla tradizionale società agricola al nostro mondo tecnologico. Secondo il settimanale alternativo newyorchese, si tratta forse del disco più violento e essenziale della rockstar. Con toni che si avvicinano addirittura a John Lee Hooker, il mitico bluesman. Accanto a Young, che canta, suona la chitarra, l'armonica e l'organetto, ci sono i suoi due colleghi di sempre, che ormai hanno più o meno la stessa età del rocker: il batterista Ralph Molina e il bassista Billy Talbot.

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