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Il «caso-Partenone» riapre il dibattito sull'opportunità di restituire opere d'arte ai Paesi d'origine

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Capolavori a rendere

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L'Egitto pretende indietro dalla Gran Bretagna la Stele di Rosetta. E chiede pure ai tedeschi la restituzione del busto di Nefertiti, conservato nel museo di Berlino. Insomma, si riapriva su parecchi fronti la querelle sulle restituzioni delle opere d'arte. Domenica poi si riapriva, con un articolo del Sunday Times, la questione dei Marmi del Partenone, i fregi e le metope che Lord Elgin prese in Grecia e che rivendette al British Museum. La raccolta d'Oltremanica - questo lo scoop - era disposta a far tornare ad Atene, in occasione delle Olimpiadi del 2004, i marmi del Partenone. Un prestito a tempo indeterminato. Il giorno successivo, la smentita del British Museum. Mentre dall'Italia giungeva la conferma della restituzione alla capitale ellenica di un piccolo frammento del Partenone conservato nel museo di Palermo. Ma si devono rendere o no le opere d'arte a vario titolo trafugate? Dicevano sì per quelle che costituivano preda di guerra una convenzione dell'Aja e una risoluzione dell'Unesco. Al contrario, di recente, una quarantina di musei, molti dei quali dell'Ue, hanno firmato un accordo cbe nega il ritorno in patria dei capolavori a vario titolo ottenuti. Accordo dal quale l'Italia si è tenuta fuori. Anzi il nostro Paese, vittima di tante ruberie, sta perseguendo una politica di restituzioni, tesa anche, ovviamente, a ottenere contropartite. Insomma, conviere o no rendere i gioielli d'arte? Ospitiamo in questa pagina due opposte opinioni.

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