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Spinto alla fantascienza dalla distruzione di Dresda

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Una immagine spettrale che lo ha sospinto subito verso il viaggio nello spazio di una stravolta fantascienza in cui il ruolo e la funzione dell'uomo sono risultati al di sotto di un pezzo di legno su una desolata scacchiera: eccolo allora mirare al bersaglio del culto della violenza senza più abbandonarlo. Esordio nel 1959 con «Sirene di Titano» e poi via con una sequela di successi, mentre frequenta la facoltà di antropologia dell'Università di Chicago, e studia gli aspetti più traumatici della vita nel ghetto nero della città del vento, il South Side. Fa poi il pubblicitario per la General Electrics Company, nello stato di New York, e intanto comincia a scrivere romanzi che incontrano un ampio favore di pubblico: «Madre notte» del 1961, «Ghiaccio nove» del 1963, «Mattatoio n. 5» (1970), «La colazione dei campioni» (1973). Soprattutto «Mattatoio n. 5» risulterà emblematico nella vasta produzione letteraria di Vonnegut, poiché segna il transito verso una nuova strategia della violenza fondata sulla distorsione dei fatti e sulle contorsioni sottese di falsità per legittimarle. Un modo insomma molto riuscito di fruire della letteratura popolare per sperimentare nuove possibilità di approccio presso il grande pubblico. Avventura più che riuscita. W. M.

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