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TRE PUNTO SEI, di Nicola Rondolino, con Marco Giallini, Valerio Binasco, Stefania Orsola Garello, Petra Faksova, Italia, 2001.

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Al centro due ex amici, Salvo, un poliziotto corrotto, Dante un malavitoso. Si erano inimicati per colpa di una donna, Nanà, prima amante di Dante poi andata sposa a Salvo. Si ritrovano dopo una decina d'anni, il poliziotto sempre più corrotto, il malavitoso desideroso invece di rifarsi una vita e forse anche di perdonare. Presto turbato però da un incontro con Nanà diventata una tossicodipendente (la sigla del titolo si riferisce all'eroina) e implicato di nuovo in vicende in cui tutto congiura per perderlo. Come difatti accadrà. Ci ha dipanato questi temi Nicola Rondolino esordendo nel lungometraggio dopo alcuni corti e vari video. L'impresa, dal punto di vista della struttura, non gli è riuscita bene. I due personaggi principali hanno psicologie poco sfumate, con reazioni in cui, privilegiando il sospeso, si nuoce alla chiarezza. E così i casi in cui vengono coinvolti, non solo popolati da figure appena sbozzate ma affidati a snodi drammatici spesso ostici da seguirsi, o perché oscuri o perché confusi. Meritano invece attenzione i modi della regia che, pur alle prese con una materia spesso faticosa da accostarsi, la riveste di immagini in cui le tensioni, le angosce di destini alla deriva hanno un solido rilievo visivo. Quasi a ricordarsi con accenti colti un certo cinema francese su temi analoghi. Vi rimandano anche i protagonisti, Marco Giallini e Valerio Binasco, con maschere anni Trenta. G. L. R.

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