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di GIAN LUIGI RONDI CUORI PERDUTI, di Teresio Spalla, con Vincenzo Peluso, Elodie Treccani, ...

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UN'opera prima italiana. Teresio Spalla, che l'ha sritta e diretta dopo qualche esperienza in teatro e alcuni spot pubblicitari, ha detto di considerarla «un adattamento contemporaneo di "Ricorda con rabbia" di John Osborne». Nei suoi temi c'è effettivamente lo stesso sfacelo di una certa società borghese e il suo linguaggio aspramente realistico ricorda un po' quelle impennate di stile che, nei Cinquanta, dettero poi vita al Free Cinema inglese. A stento, però, inseriti nei modi e nei climi della società italiana anni Novanta qui presa in esame. Si comincia con un reduce, Guido. Militare di leva, ha partecipato alla Guerra del Golfo. Tornato a casa, anche perché alle spalle si è lasciato un episodio molto oscuro, lega a fatica con gli amici di prima e si sente a disagio anche in famiglia, con un padre dopo varie esperienze professionali negative, vicino al fallimento, due fratelli andati via presto e sempre in conflitto fra loro, una sorella che pensa a un matrimonio di convenienza solo per mettere i suoi al riparo dal disastro che si annuncia. Ha varie e brusche esperienze sessuali, specie con una zia acquisita che nel quartiere ha fama di ninfomane, forse perà più tardi troverà un equilibrio accettando il rapporto con una giovane scrittrice da cui all'inizio, «arrabbiato» com'è, si era tenuto lontano perché, per lui, rappresentava l'ordine e le regole. È proprio questa scrittrice che, con un espediente letterario un po' facile, fa da voce narrante al contesto, infittito da episodi e da personaggi secondari oltre che da cifre, come la ripulsa degli extracomunitari, che tenderebbero soprattutto a far data. Tuttavia qualche carattere, a cominciare da quello del protagonista (Vincenzo Peluso), ha segni giusti e certe atmosfere attorno possono convincere. Pur nei limiti di un esordio.

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