Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

KEN PARK, di Larry Clark e Ed Lachman, con James Ransone, Tiffany Limos, Stephen Jasso, Stati Uniti, 2002.

default_image

  • a
  • a
  • a

Si cominica con un giovinetto che si spara perché la sua ragazza non vuole abortire. Poi c'è un ragazzo che fa giochi erotici espliciti con la giovane mamma della sua fidanzatina, c'è un altro, onanista ben in mostra, che una notte uccide i nonni con un coltello da cucina. Segue una ragazzina ispanica che, sorpresa dal padre a letto con un coetaneo voglioso, prima è severamente redarguita poi deve cedere al sesso proprio con quel padre, pur sempre intento a piangere la moglie morta. Per restare all'incesto, c'è un altro padre che una notte, ubriaco, non potendosi soddisfare con la moglie incinta, tenta con il figlio mentre dorme... Sempre con ogni particolare bene in mostra dai genitali agli effetti estremi degli amplessi perché il regista Larry Clark, ex fotografo e già autore di due film dello stesso stampo (uno, «Kids», perfino premiato a Cannes con la Palma d'Oro), non intende risparmiarci nulla: nell'intento — dichiarato — di esprimere in tutta la sua laida realtà il mondo abnorme, crudo e anche crudele che ha predisposto per lui il suo soggettista Harmony Korine, un giovanissimo pur diventato di recente, con «Gummo», anche regista, raccontando ancora una volta di travestiti e di drogati. Difficile seguire, difficile accettare, pur ammettendo che, tutto quell'hard così furiosamente esibito è forse l'espressione di una certa realtà della provincia, il perbenismo è solo di facciata. Il film, comunque, proiettato l'estate scorsa alla Mostra di Venezia, è vietato ai minori di anni diciotto. Fortunati, anche se ignorano cosa hanno evitato. G. L. R.

Dai blog