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di ANNA CINZIA TIENI «Non ho mai fatto previsioni nemmeno per le elezioni politiche e dunque ...

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«Stregati» dallo Strega, naturalmente, anche i molti volti noti della politica, della cultura e dello spettacolo, arrivati al Ninfeo di Villa Giulia con l'entusiasmo di partecipanti affezionati all'evento: «Avevo solo ventidue anni all'epoca delle mie prime presenze all'interno della giuria del Premio Strega - dice la poetessa Maria Luisa Spaziani - Il valore dei premi letterari oggi? Come quello della Grecia antica o della Francia del Cinquecento». Di parere diverso Luciano De Crescenzo che confronta i premi letterari con le gare d'atletica leggera: «Nello sport arriva primo il più bravo e si vede. Dove ci sono le giurie invece il meccanismo può non essere altrettanto trasparente». Tra il gran numero di tavoli tondi dal lungo tovagliato bianco approntati per i quattrocento giurati del Premio, gli ospiti quasi avanzano a fatica. Di rara bellezza la cornice, illuminata a giorno dai potenti riflettori. Sotto la luce si muovono, spesso intralciandosi a vicenda, fotografi e giornalisti. Per alcuni di loro, il Premio Strega è come il giorno di Natale, una tradizione, un ritrovo a cui non si può mancare, un appuntamento con gli amici, molti dei quali scrittori. Alle undici di sera, Melania Mazzucco cerca di rispondere diligentemente a tutte le domande. Mise nera e occhiali dalla montatura verde, appare serena e soddisfatta: «E' un onore per me essere candidata ad un Premio che è stato vinto da scrittori che amo molto, tra i quali Elsa Morante e Paolo Volponi». A fare il tifo per Franco Matteucci, c'è invece Massimo Giletti: «Ha scritto un bel libro. Spero che vinca». Alle undici e mezza, dal tavolo sul palco, comincia il conto dei voti. Sotto, seduti ai tavoli, tra gli altri, Walter Veltroni, Francesco Rutelli, Barbara Palombelli, Cesare Romiti, Tullio De Mauro, Valeria Marini. Perché la cultura è anche, e spesso, luccicante mondanità.

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