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di GIAN LUIGI RONDI BORD DE MER, di Julie Lopes Curval, con Bulle Ogier, Hélène Fillières, ...

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In una cittadina della Francia settentrionale che si affaccia sulla Manica con un litorale pieno di sassi. Sono quei sassi, comunque, che rappresentano lì la sola economia perché una fabbrica, gestita da anni da una sola famiglia, li trasforma in ghiaia, esportandola anche all'estero... Gli affari, però, non vanno bene come una volta e Albert, l'attuale proprietario, è sul punto di chiudere o di vendere. In fabbrica, allo smistamento dei sassi (quasi una catena di montaggio), lavora Marie, fidanzata di Paul che d'estate fa il bagnino sulla spiaggia sassosa, sempre preoccupato a causa di sua madre Rose che non solo sperpera nel casinò locale tutta la sua pensione ma, per far fronte ai debiti che contrae, è arrivata ad ipotecare la casa in cui vivono. Altri personaggi attorno, o portati dall'estate, allora soprattutto villeggianti, o limitandosi a comparire nei grigi periodi invernali, quando la cittadina si svuota. Pochi eventi, un tentativo fugace di Marie di unirsi ad Albert, che pure è sposato, l'apparizione vicino alla spiaggia di uno squalo che fa issare a Paul la bandiera del pericolo sullo stabilimento mentre gli altoparlanti proclamano in continuazione il divieto di fare il bagno... Un quadretto di vita provinciale, tra piccola gente, con piccoli gesti, minime evoluzioni psicologiche. Lo ha tracciato, esordendo nel lungometraggio, un'autrice finora di cortometraggi, Julie Lopes Curval. Attenta alle cornici e alle atmosfere, ai climi (e non solo a quelli delle stagioni) e agli stati d'animo. Con qualche impaccio e, qua e là, con un respiro un po' corto. Ma con risultati, alla fine, plausibili. Fra gli interpreti va salutata Bulle Ogier nel personaggio un po' stralunato di Rose sempre votata al gioco. Con la vitalità dei suoi anni verdi.

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