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WELCOME TO COLLINWOOD, di Anthony e Joe Russo, con Sam Rockwell, Isaiah Washington, William H.

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Così ineguagliabile che quando, nell'85, si è tentato di dargli un seguito con qualcuno degli interpreti («I soliti ignoti... vent'anni dopo» di Todini) il risultato è stato deludente. Come, altrettanto deludente era stato l'anno prima, nonostante la firma di Louise Malle, un tentativo di rifarlo a Hollywood (I soliti ignoti made in Usa!). Adesso un altro rifacimento americano, ambientato a Collinwood, un sobborgo di Cleveland, nell'Ohio, e costruito più o meno sullo stesso schema della notizia di una somma ingente cui un gruppo di scalcinati ladruncoli tenta di arrivare con uno scasso, restando però alla fine, anche loro, a bocca asciutta. Scritta e diretta da due fratelli esordienti, Joe e Anthony Russo, la storia riprende non solo certi nomi e certi dialoghi quasi identici, fisionomie dei personaggi originari messi più o meno al centro di situazioni quasi simili. La comicità però è spesso assente, i singoli caratteri mancano di colori, privi quasi del tutto di veri riferimenti caricaturali, e i ritmi cui la vicenda si affida pur con certi incidenti che qua e là l'attraversano non solo non hanno le necessarie tensioni ma, smorzando ad ogni svolta i possibili effetti di grottesco, li sostituiscono, al momento di concludere, con un risvolto sentimentale grazie al quale, nonostante il fallimento dell'impresa, si pensa di dare spazio all'happy end hollywoodiano. Scialbi e poco noti gli interpreti, salvo George Clooney, che però si è data la parte di Totò... G. L. R.

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