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NEL 1980, due anni dopo il suicidio della figlia Marie-Jo, George Simenon sentì il bisogno di ripercorrere ...

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E per la prima volta vengono ripristinati, dopo più di vent'anni, i passi che vennero soppressi su richiesta dell'ex moglie di Simenon nella prima edizione del 1981. In queste confessioni, di oltre mille pagine, viene riproposto per volontà dello scrittore anche il diario di Marie-Jo, bambina difficile, segnata dalla depressione e da un'adolescenza di continui ricoveri in cliniche psichiatriche, che si uccise con una calibro 22 nel suo appartamento di Parigi, a 25 anni. «Il tuo libro, piccola mia, che hai tanto desiderato scrivere e che hai scritto e talora cantato a modo tuo, sempre tenera, a volte gaia, spesso dolente. Mantengo oggi la promessa di pubblicarlo», scrive Simenon. Ma prima di arrivare a quello che la figlia ha scritto «nella sua breve e intensa esistenza», il padre di Maigret sente la necessità di dire tutto di sé «con franchezza, perchè l'immagine che ognuno di noi si fa dei propri genitori è fatalmente incompleta». Nel ricostruire per flash la sua vita Simenon, che dal 1972 aveva smesso di scrivere romanzi, guarda dentro di sé per ritrovare la figlia perduta e come dice lui stesso ricordando la sua vecchia massima: «Capire e non giudicare», in realtà «questo libro non sarà il mio libro ma il tuo». Così nel ricordare Marie-Jo: bambina «con un bisogno lancinante di esprimersi, vuoi con la scrittura, vuoi con la pittura, la danza, il teatro o il cinema», Simenon ritrova una sua poesiola, scritta quando aveva poco più di 15 anni e dedicata a suo padre: «Lungo lungo,/ magro magro,/due piedoni, un grande naso/e lo sguardo di chi ha fame./Lungo lungo,/magro magro,/com'era ridicolo, ah!ah!». Figlio di un impiegato («in fondo è una fortuna nascere poveri e apprezzare il valore di una semplice arancia«), Simenon parla dei tanti lavori con cui si è misurato tra cui commesso in una libreria, praticante cronista e segretario particolare di un marchese dal quale arriva con i capelli lunghi. La cognizione del dolore accompagna questo viaggio autobiografico, in cui trovano posto anche lettere e poesie, che si conclude con queste parole a Marie Jo: «Sei sempre qui, nel nostro giardino dove un giorno ti raggiungerò». Mar. Cap.

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