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La città animata di poesia

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UN DISEGNO animato in arrivo da Tokio. Creato dal maggior esponente di quel genere in Giappone, Hayao Miyazaki («Princess Mononoke»), confrontato spesso per le sue storie e le sue immagini con il grande Kurosawa. Al centro una bambina capricciosa, oggi. In auto con i genitori, come Alice nel Paese delle Meraviglie, finisce in una città senza tempo, popolata, in una zona termale, da dèmoni e da dèi. Inorridita, vede papà e mamma trasformati in maiali da una terribile strega e lei stessa sa che presto verrà mangiata se non dimostrerà di essere utile a qualcosa. Finiti i capricci, eccola così cercare disperatamente un lavoro, aiutata da un misterioso giovanetto e sempre perseguitata dalla strega. Meritandosi, date le sue buone intenzioni, una conclusione lieta, a fianco nuovamente dei genitori restituiti alle loro fattezze umane. Un prodigio di invenzioni, un susseguirsi di pagine ora fatate e sontuose ora terrificanti, mentre attorno alla bambina, oltre a quella strega sempre in equilibrio fra la caricatura e l'orrido, vengono evocate creature d'ogni dimensione e d'ogni tipo, frutto della fantasia di un autore che ora si rifà alla più colorata mitologia giapponese, con accenti colti, ora chiede senza risparmio alla propria folgorante immaginazione di circondare di continuo la piccola protagonista di mostri, di animaletti, di quadrupedi alati (come nella «Storia infinita»), sempre lontani da qualsiasi realismo e sempre frutto di coloratissimi sogni. Con pagine in cui il mirabolante e il misterioso approdano anche alla poesia (quel treno con rotaie nell'acqua...) e in cui i sentimenti buoni, vincendo le paure anche con il sussidio di musiche delicate, diffondono su ogni scena emozioni e tensioni. Conquistando tutti.

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