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L'autogol di Tridico con il click day per le partite Iva

Pietro De Leo
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L'ultimo incidente politico, di una lunga serie, è sul sostegno al reddito per professionisti e Partite Iva. Sì, le famose 600 euro deliberate nel decreto Cura Italia. Perché non bastava il doppio binario tra quanti sono iscritti all'Inps e a casse private (in quest'ultimo caso la dazione avverrebbe solo in “ultima istanza”). Ma l'altra sera sono arrivate delle dichiarazioni del Presidente Inps Pasquale Tridico ad alzare la tensione dello scontro. Tridico, parlando all'Ansa, aveva lanciato l'ipotesi di un “click day” per poter accedere alla misura, ossia una sorta di finestra temporale all'interno della quale il criterio di assegnazione sarebbe stata la velocità con cui si compila la domanda. Una sorta di corsa centometrista. Quest'ipotesi ha, di fatto, unito gran parte del mondo politico e quello delle rappresentanze del tessuto produttivo. Coesi in un no corale. Confcommercio boccia l'idea: “questo sistema non metterebbe tutti i potenziali richiedenti sullo stesso piano ed alle stesse condizioni di partenza, essendo evidentemente legato alla connettività che caratterizza ogni singolo territorio”. Insomma, ad una connettività peggiore corrisponderebbe una maggiore difficoltà nell'accedere al beneficio. Confesercenti definisce l'ipotesi “assolutamente impensabile”, mentre la Cna tuona: “già si tratta di un indennizzo minimo e che non potrà andare a tutti a causa dell'insufficiente stanziamento, affidarne la distribuzione a uno strumento aleatorio ci sembra davvero troppo”. Confartigianato osserva: “è assurdo e inaccettabile, in un momento tanto critico, immaginare di utilizzare la procedura”. Lo sdegno, inoltre corre lungo la linea immaginaria che separa maggioranza e opposizione. Così subito dopo l'annuncio di Tridico è il numero 2 del Pd, Andrea Orlando, a parlare: “il contributo agli autonomi non è una lotteria e l'Inps non è Lottomatica”. No anche da Piero Fassino, il quale chiede di evitare “ogni forma di arbitraria esclusione” e da Deborah Serracchiani, che bolla l'idea come “sbagliata, pur se in buona fede”. Si solleva anche il centrodestra. Fuoco di fila da Forza Italia con la Capogruppo al Senato Anna Maria Bernini (il click day, ha detto, “rischia di trasformarsi in una lotteria che premierà solo i più fortunati”) e ancora Giorgio Mulè e Andrea Mandelli. Da Fratelli d'Italia la deputata Ylenja Lucaselli chiede al governo di non “giocare con le aspettative e le emotività” del tessuto produttivo. Una valanga di sdegno, stoppata (almeno così pare) dal governo. Il sottosegretario all'Economia Pierpaolo Baretta, osserva: "Non mi sembra un criterio che sta in piedi, non possiamo fare a chi prima arriva prima alloggia". E poi aggiunge: “E' una comunicazione fatta dall'Inps, non una decisione del governo”. Quasi contemporaneamente, il ministro dell'Agricoltura Teresa Bellanova dice il suo no a quello che definisce “uno strumento immorale”. E dopo il chiarimento del governo, da Italia Viva la deputata Maria Chiara Gadda intima Tridico a “fare ammenda”. Dunque, un'altra giornata di fibrillazione attorno alle misure economiche del decreto Cura Italia. Il che, in un momento di enorme incertezza per imprese, famiglie e lavoratori, non è certo il meglio cui si possa assistere.    

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