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Anoressia: Persici (Oic): basta con le non soluzioni

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"Ci accorgiamo della salute troppo spesso quando è tardi". Ddl per l'anoressia della senatrice Rizzotti è rimasto nel cassetto

Davide Di Santo
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“Se partiamo dalla considerazione che tutte le attività umane dipendono dalla disponibilità economica necessaria, indispensabile per sostenerle (anche la tutela della salute è fortemente condizionata da questo), ne deriva l'inevitabile considerazione che necessitiamo di un modello economico diverso. Il ddl per l'anoressia, della senatrice azzurra Maria Rizzotti, è rimasto nel cassetto. Se la disponibilità economica nel bilancio dello Stato fosse stata adeguata, probabilmente questa e molte altre leggi a favore della salute dei cittadini potevano essere promulgate”. Lo ha affermato l'imprenditore Antonio Persici, ideatore del progetto “Villaggio della Salute”, presidente dell'Osservatorio Imprese e Consumatori, nel corso della trasmissione, condotta da Andrea Lupoli, “Genetica Oggi”, su Radio Cusano, commentando il grido d'allarme alle Istituzioni dei genitori del 20enne morto di anoressia. “Purtroppo - ha spiegato Persici - questa disponibilità non c'è, non è sufficiente a coprire le tante necessità dell'essere più ammalato di un pianeta fortemente compromesso: l'uomo. Serve quindi un nuovo modello economico-legislativo, che metta in atto soluzioni più coerenti con la situazione economica e finanziaria del Paese, così come ottimamente rappresentato nel ddl n°1514 “Disposizioni in materia di educazione alla salute attraverso la promozione di corretti stili di vita”, presentato recentemente presso il Senato della Repubblica. Un dispositivo che se approvato, pur con tutte le migliorie e armonizzazioni del caso, non solo non aggraverebbe il già pesante debito pubblico, ma sarebbe promotore di un'economia etica sostenibile e orientata alla promozione a attuazione di percorsi di salute per i cittadini, basati sulla prevenzione primaria attraverso l'adozione di corretti stile di vita. Otterremmo un contenimento della spesa sanitaria e una riconversione imprenditoriale verso l'etico e il sostenibile e un aumento del prodotto interno lordo senza effetti collaterali. Insomma, una visione win win, dove tutti vincono, non una delle solite “non soluzioni” che invece di risolvere un problema ne creano altri. Servono soluzioni che siano allo stesso tempo sistemiche e orientate al bene comune, realizzate quindi secondo una visione di democrazia delle competenze, quindi non lobbistica e di parte. Questa visione deve impegnare, ancor prima del potere legislativo, le migliori risorse rappresentanti di tutti gli interessi delle questioni trattate. Ci accorgiamo troppo spesso della salute quando è tardi - ha detto in conclusione il presidente Oic - Si dice che la salute non è tutto ma allora io mi chiedo: cos'è tutto senza la salute?”.

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