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Whirlpool va via da Napoli. Addio dal 31 ottobre

Carlo Antini
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Whirlpool dismetterà la produzione di lavatrici di alta gamma del sito di Napoli il 31 ottobre prossimo: la sua attività non è più sostenibile economicamente e lo stabilimento campano perde 20 milioni all'anno. Nel frattempo il governo e la stessa azienda, però, vaglieranno eventuali candidature o manifestazioni di interesse ed entro il prossimo luglio appronteranno una short list di possibili partner industriali interessati all'acquisizione del sito di via Argine. È questa la road map per salvare una realtà industriale ma soprattutto 420 lavoratori campani dal licenziamento, messa a punto dopo 5 ore di confronto, più volte ad un passo dalla spaccatura, tra governo, azienda e sindacati nel corso del tavolo convocato oggi al Mise per riprendere il filo di una trattativa "congelata" di fatto lo scorso ottobre. Il copione non è poi così diverso da quello che aveva sancito la tregua di tre mesi fa con l'azienda che aveva alla fine fatto marcia indietro rispetto ad una cessione del sito campano a stretto giro di posta; si allungano però i tempi di uscita di Whirlpool che sposta la data di addio dal 31 marzo al 31 ottobre.  Per approfondire leggi anche: Whirlpool tra bare e lavatrici Sette mesi di tempo che i sindacati ottengono al tavolo di confronto anche grazie ad una linea dura loro e dello stesso ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli che sospende il confronto accusando i vertici della multinazionale di comportamenti «inaccettabili» anche se sarà lo stesso Patuanelli a spiegare poi ai sindacati la necessità di una mediazione e il limite stesso all'azione di governo: «Se una azienda decide di non continuare la produzione per insostenibilità economica non esistono strumenti normativi coercitivi che possano impedirle di chiudere un'attività», dice a Fim, Fiom, Uilm e Uglm.

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