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L'Inps vuole 124mila euro da due orfane di femminicidio. Mattarella chiama, l'ente fa dietrofront

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Davide Di Santo
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Il 28 luglio del 2013 a Marina di Massa (Massa Carrara) il 40enne Marco Lojola uccise la ex moglie Cristina Biagi e ferì il nuovo compagno della donna prima di togliersi la vita. A distanza di sei anni da quel tragico evento, le figlie ancora minorenni dell'omicida e della vittima del femminicidio si sono viste arrivare una richiesta di pagamento di 124.000 euro avanzata dall'Inps in quanto eredi dell'uomo. La vicenda è stata riferita alla redazione di Massa (Massa Carrara) del quotidiano La Nazione, che oggi ha pubblicato la storia, dall'avvocato Francesca Galloni, legale di fiducia della famiglia Biagi. Secondo quanto riferito dal legale, la richiesta 'legittima' dell'Inps, che passerà al recupero coattivo in caso di mancato pagamento, fa riferimento alle spese di indennità di malattia e all'assegno di invalidità erogato al compagno di Cristina Biagi, oggi 54enne, che venne colpito da Lojola con sei colpi di pistola, riuscendo però a sopravvivere. La vicenda ha colpito il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha chiamato la ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Nunzia Catalfo. Nel pomeriggio è arrivato il dietrofront dell'Inps: "Intendo assicurare alla famiglia Biagi che troveremo una soluzione", dichiara  in una nota il presidente dell' Inps, Pasquale Tridico che afferma: "Dall'inizio della vicenda l'Inps ha supportato la famiglia per ogni prestazione dovuta e non ha attivato alcuna azione per il recupero coattivo, nelle more dell'individuazione di una via d'uscita legale che tenga conto della particolare situazione delle due eredi minorenni". "In settimana vedrò le ministre del Lavoro e delle Politiche Sociali, Nunzia Catalfo, e per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, per trovare una soluzione condivisa e definitiva, ma già domani si terrà una riunione tecnica presso il Ministero del Lavoro - aggiunge -. Intanto nei prossimi giorni la dirigenza e l'avvocatura locale prenderanno contatto con l'avvocato della famiglia".

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