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Cir vende Repubblica agli Agnelli per cento milioni. John Elkann primo editore

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Il gruppo Gedi con l'Espresso e la Stampa passa alla Exor

Davide Di Santo
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Fumata bianca al termine di un cda fiume: il gruppo Gedi che comprende, tra gli altri, il quotidiano La Repubblica e il settimanale L'Espresso passa alla finanziaria della famiglia Agnelli che diventa l'editore più importante d'Italia. È la fine di un'era. Il gruppo editoriale Exor comprerà il 43,78% di Gedi da Cir a 0,46 euro per azione per un controvalore complessivo di 102,4 milioni. La finanziaria della famiglia Agnelli lancerà poi un'offerta pubblica di acquisto a 0,46 euro per titolo tramite una nuova società; Cir, a sua volta, intende reinvestirvi comprandone il 5%. John Elkann diventa così il principale editore italiano. Si riprende la Stampa, quotidiano di famiglia con l'aggiunta del gruppo Espresso-Repubblica. L'alleanza con la famiglia De Benedetti è durata meno di tre anni. Il Consiglio d'amministrazione della Cir (famiglia De Benedetti) è ancora in corso. Si stanno decidendo le condizioni per la vendita ad Exor (cassaforte degli eredi Agnelli) della maggioranza azionaria di Gedi. Vale a dire la finanziaria quotata da cui dipendono la Repubblica, La Stampa, il Secolo XIX, il settimanale l'Espresso, insieme ad un gruppo di quotidiani locali. C'è poi la divisione radiofonica (certamente la più redditizia) di cui fanno parte Radio Capital e Radio Deejay. Il Consiglio d'amministrazione di Cir, cominciato in mattinata, non si è ancora concluso. Da superare diversi ostacoli a cominciare dal prezzo. Secondo gli analisti di Equita Sim Elkann pagherà ogni azione Gedi a 0.35 euro a fronte di una chiusura a 0,28 venerdì (oggi il titolo è rimasto sospeso in attesa di notizie). Elkann dovrà rilevare le quote della minoranza, a cominciare dal 5% posseduto da Jacaranda Falck, figlia del principe Caracciolo (fondatore di Repubblica insieme ad Eugenio Scalfari) e l'altro 5% della famiglia Perrone (ex proprietaria del Secolo XIX). Complessivamente si può calcolare che, alla fine, l'investimento di Exor dovrebbe aggirarsi sui cento milioni. Probabilmente di meno se, come appare possibile, la Cir terrà il 5% di Gedi. Una partecipazione simbolica che servirà, comunque, a tenere il cordone ombelicale tra la famiglia De Benedetti e il gruppo Espresso-Repubblica. Un legame che per Carlo De Benedetti doveva restare indissolubile. Per i figli Rodolfo e Marco, invece, è solo un investimento come un altro. Visto lo scarso rendimento l'hanno venduto. Due bilanci su tre, da quando è nata Gedi, si sono chiusi in perdita. Carlo De Benedetti aveva fatto l'ultimo tentativo circa un mese fa, dichiarandosi pronto ad acquistare il 29.9% di Gedi al prezzo di 0,30 euro. I figli, cui l'Ingegnere aveva ceduto il patrimonio nel 2012, hanno però respinto la richiesta. In ogni caso l'offerta aveva messo in moto la macchina culminata nella decisione di Elkann (rimasto azionista di Gedi con il 6%) di riprendersi tutto. Da quanto risulta si terrà tutto il gruppo e avvierà un vasto programma di investimenti digitali. Smentita l'ipotesi dello spezzatino. Vale a dire la vendita a Carlo de Benedetti di Repubblica.

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