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Settanta chiese sott'acqua

A Venezia inizia la conta dei danni

Gaetano Mineo
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Oltre un miliardo di euro di danni. Somme parziali, per dirla con il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, perché «stiamo parlando dei danni dell'altro giorno non di quelli di oggi (ieri, ndr)». La città della Laguna da tre giorni è messa in ginocchio dall'acqua alta da record. «La sensazione è quella di un disastro molto più grande di quello che le sole immagini televisive trasmettono» scandisce il ministro per i Beni culturali giunto ieri a Venezia. «Sono qui per cose operative, non per fare passerelle», puntella Dario Franceschini. Quasi la metà delle chiese veneziane sono andate sott'acqua. La soprintendenza parla di «almeno 60-70 chiese su un totale di 120», come la Basilica, senza contare i danni ai musei pubblici, dalle Gallerie dell'Accademia a Ca' d'Oro, da Palazzo Ducale a Palazzo Reale o le Prigioni, dove la marea eccezionale ha mandato in tilt impianti elettrici e idraulici o allagato i piani più bassi, le caffetterie, i bookshop, o danneggiato le coperture. «Un censimento dei danni è in atto, per fortuna non sono irreparabili ma i danni ci sono», rassicura Franceschini al termine di una visita alla Basilica di San Marco, postando un video, girato all'interno della stessa basilica, in cui si vede l'acqua alta scorrere sui mosaici policromi che coprono il pavimento. Il titolare del Mibact è consapevole che i 20 milioni di euro stanziati dal governo Conte 2 sono goccia d'acqua in un oceano. «Serve ben altro – dice - abbiamo pensato di rifinanziare la legge speciale per Venezia e di fare tutto il possibile non solo in termini di risorse ma anche di norme». Insomma, «si richiede un intervento forte e complessivo che non si fermi quando si spengono i riflettori, come spesso capita nei casi di calamità naturali». E, a proposito di norme, lo stesso Franceschini annuncia un emendamento che consentirà di estendere l'Art Bonus, l'incentivo fiscale per chi dona per il recupero del patrimonio culturale, anche a tutto il patrimonio ecclesiastico a Venezia. Intanto, è tempo di commissari. Dopo la nomina di Elisabetta Spitz, per il Mose, ieri il sindaco Brugnaro è divenuto commissario per l'emergenza a Venezia. «La situazione è complessa ma lo Stato c'è e il Governo è pronto a fare tutto ciò che è necessario per proteggere questa preziosa», twitta il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà. La marea ieri ha continuato a salire, superando il livello di un metro e 52 e allagando il 70 per cento del centro storico. Le maree eccezionali di questi giorni a Venezia hanno battuto diversi record: mai infatti, dal 1872, si erano presentati due eventi di acqua alta superiori ai 150 centimetri nello stesso anno, men che meno nella stessa settimana, come segnala il Centro previsioni maree del Comune. La macchina della solidarietà per salvare Venezia è scattata da giorni. Tra le ultime iniziative, l'attivazione del numero solidale 45500 da parte Protezione Civile. Mentre le polemiche sul Mose, continuano a tenere banco.

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