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Tre ergastoli e aggravante mafiosaMaxicondanna per il clan Spada

Virginia Raggi e Nicola Morra in aula

In primo grado arriva la scure sulla famiglia di Ostia. Carcere a vita per "Romoletto", Roberto e Ottavio. Tra le accuse un duplice omicidio, usura e altro. La sindaca Raggi presente in Aula

Carlantonio Solimene
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Tre ergastoli e il riconoscimento del 416 bis. È la sentenza di primo grado emessa dai giudici della Corte d'Assise che, nel maxiprocesso al clan SPADA, hanno riconosciuto l'associazione a delinquere di stampo mafioso. La decisione è arrivata dopo più di dieci ore di camera di consiglio. Condannati all'ergastolo Carmine Spada, detto Romoletto, Roberto Spada, già condannato per la testata a Ostia al giornalista della Rai Daniele Piervincenzi e Ottavio Spada, detto Marco. Gli imputati hanno seguito la lettura della sentenza collegati in videoconferenza. Il procedimento della Dda di Roma è legato agli arresti avvenuti il 25 gennaio 2018 nel corso dell'operazione ''Eclissi'', che portò agli arresti di 32 persone legate al clan Spada, per la maggior parte ritenute, secondo i magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia della Capitale, componenti di un'associazione per delinquere di stampo mafioso. Tra gli episodi contemplati nel capo di imputazione, c'è anche il duplice omicidio di due esponenti di un clan rivale, "Baficchio" (Giovanni Galleoni) e "Sorcanera" (Francesco Antonini), avvenuto il 22 novembre del 2011, di giorno e nel centro di Ostia. Da qui la condanna all'ergastolo dei tre Spada. Tra gli altri reati formulati dai pm, a vario titolo, ci sono usura, favoreggiamento, estorsione, lesioni personali aggravate, violenza privata e incendio. Alla lettura della sentenza c'erano anche la sindaca Virginia Raggi e il presidente della commissione parlamentare Antimafia Nicola Morra. In tutto il processo in Corte d'Assise si è chiuso con diciassette condanne, per un totale di 147 anni di reclusione, e sette assoluzioni. Gli imputati erano 24, ritenuti, tra componenti e affiliati, riconducibili al clan Spada di Ostia. "Questa sentenza riconosce che sul litorale di Roma si può parlare di mafia. Ringrazio la magistratura, le forze dell'ordine e tutti i cittadini che credono nelle istituzioni" ha detto la sindaca di Roma Virginia Raggi che nell'aula bunker di Rebibbia ha assistito alla lettura della sentenza nel maxi processo al clan Spada di Ostia. "Le istituzioni unite possono vincere. Io sono qui per stare accanto ai cittadini e restituire fiducia ai cittadini onesti - ha sottolineato - che per troppo tempo hanno avuto paura". "Sentenza #Spada, vince lo Stato, perde la mafia. Vincono i cittadini! #Ostia". Così il governatore del Lazio e segretario del Pd Nicola Zingaretti ha commentato su Twitter. "La sentenza di condanna dei vertici del clan Spada è di straordinaria importanza perché riconosce il reato di associazione mafiosa e conferma il robusto impianto accusatorio della Direzione Distrettuale Antimafia e il lavoro prezioso della Squadra Mobile della Questura di Roma e del Nucleo Investigativo dell'Arma dei Carabinieri di Ostia con l'Operazione Eclisse del 25 gennaio del 2018. La sentenza della Terza Corte di Assise pronunciata oggi nell'aula bunker di Rebibbia segue quella pronunciata ad ottobre scorso per i tre esponenti del clan giudicati con il rito abbreviato nell'ambito dello stesso processo in cui per la prima volta al clan Spada è stato riconosciuto il 416 bis" ha scritto in una nota Gianpiero Cioffredi, presidente dell'Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio.

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