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"Entrò in caserma, poi..." Cinque indagati per l'omicidio di Serena Mollicone

Davide Di Santo
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La procura di Cassino ha chiuso le indagini sul delitto di Serena Mollicone, la 18enne di Arce assassinata nel 2001. In cinque rischiano di finire sotto processo. Nei confronti dei tre componenti della famiglia Mottola (l'ex comandate della stazione dei carabinieri Franco, la moglie Anna e il figlio Marco) è stata confermata l'accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Per gli altri due indagati, sottufficiali dell'Arma all'epoca in servizio ad Arce, le accuse restano quelle di favoreggiamento per uno e concorso morale in omicidio e istigazione al suicidio dell'altro. Quest'ultimo secondo la Procura avrebbe pressato il brigadiere Tuzi fino al punto di portarlo ad uccidersi. Tuzi è stato l'unico a raccontare di aver visto Serena Mollicone entrare in caserma ad Arce il giorno della scomparsa. Secondo una ricostruzione contenuta in un'informativa acquisita agli atti dalla Procura di Cassino Serena sarebbe stata uccisa negli alloggi della caserma dei carabinieri di Arce. "Sono abbastanza fiducioso" che stavolta, a distanza di 18 anni, si possa arrivare alla verità. Lo afferma Guglielmo Mollicone, il papà di Serena. "Stavolta ci sono le prove trovate sul corpo di Serena, le analisi del Ris", sottolinea Mollicone secondo il quale c'è "un corpo di accusa" consistente. "Un ringraziamento agli inquirenti che hanno lavorato con professionalità e volontà ferrea per arrivare a stabilire quello che è successo - sottolinea Mollicone - Un ringraziamento alla magistratura che ha diretto le indagini, ai carabinieri che hanno lavorato in un modo da ammirare".

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