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La "Gronda di Genova", storia di un'opera contestata e mai partita

L'annosa questione della bretella autostradale

Silvia Sfregola
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La Gronda di Genova. Dopo il crollo del ponte Morandi torna in auge l'annosa questione della bretella autostradale che avrebbe dovuto collegare il capoluogo ligure con le autostrade del Nord alleggerendo il traffico sul ponte Morandi. Un'idea che vede il suo primo progetto datato addirittura 1984 ma mai partita a causa di ricorsi e veti incrociati. La descrizione dell'opera è facilmente reperibile sul sito di Autostrade per l'Italia. La nuova infrastruttura – si legge - comprende 72 km di nuovi tracciati autostradali e si allaccia agli svincoli che delimitano l'area cittadina (Genova Est, Genova Ovest, Bolzaneto), si connette con la direttrice dell'A26 a Voltri e si ricongiunge con l'A10 in località Vesima. Data la complessità dal punto di vista orografico del territorio attraversato, il nuovo sistema viario si sviluppa quasi interamente in sotterraneo e prevede 23 gallerie, per un totale di circa 54 chilometri, circa il 90% dell'intero tracciato, con sezioni variabili fino ai 500 metri quadri dei cameroni di interconnessione tra gli assi autostradali. Le opere all'aperto comprendono la realizzazione di 13 nuovi viadotti e l'ampliamento di 11 viadotti esistenti. Sulla realizzazione dell'opera la politica si era spaccata in due, proprio come il ponte il 14 agosto. In un'intervista rilasciata al secolo XIX nel 2012 l'allora presidente della Confindustria locale, Giovanni Calvini diceva testualmente: "Quanto tra dieci anni il ponte Morandi crollerà e tutti dovremo stare in coda nel traffico per delle ore ci ricorderemo il nome di chi adesso ha detto 'no' alla Gronda". Parole contro le quali si scagliava il Movimento 5 Stelle con l'allora consigliere comunale Paolo Putti che parlava di "sperpero di 5 miliardi di euro che si potevano utilizzare per fare delle cose importanti per l'industria". A queste si aggiungevano le parole di Beppe Grillo. In un comizio il comico, schierandosi al fianco dei comitati "no Gronda" invitava senza mezze misure a "fermare con l'esercito" la costruzione dell'opera. Gli stessi comitati, infine, bollavano come "favoletta" il rischio del crolle del ponte Morandi. Anche l'ex sindaco Marco Doria nel 2016 aveva parlato di un'opera "non più prioritaria". Di parare opposto l'attuale governatore della Liguria, Giovanni Toti, che invece metteva in luce come l'opera fosse "importante e necessaria".

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