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Ancona, sesso non protetto con l'Hiv da 11 anni, arrestato sieropositvo: 200 potenziali contagiate

Le scuse dell'untore: questa malattia non esiste

Maria Grazia Coletti
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Positivo all'Hiv da 11 anni, ma regolarmente aveva rapporti sessuali senza adottare alcuna precauzione. Per questo un uomo è stato arrestato ad Ancona nell'ambito dell'operazione denominata "contracted".  L'indagine, condotta dalla Polizia di Ancona in collaborazione con il Servizio centrale operativo, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ancona, si è conclusa solo nelle ultime ore. L'arresto è stato eseguito dagli agenti della squadra mobile e ora l'uomo, un 35enne di Ancona, Claudio Pinti, è stato trasferito nel carcere di Montacuto perchè ritenuto responsabile di lesioni gravissime dolose ai danni della sua partner. La stessa donna che lo ha denunciato dopo essersi accorta di essere stata contagiata. Ora le indagini si allargano alla ricerca di eventuali sue altre frequentazioni.  I due - è stato spiegato in conferenza stampa - si erano conosciuti a fine anno ad una cena ed avevano cominciato a frequentarsi assiduamente dal mese di febbraio, fino a quando la giovane, lo scorso mese, a seguito di una serie di specifici malesseri fisici e insospettita da alcune dicerie sullo stato di salute del suo partner che giravano nell'ultimo periodo della loro storia, si sottoponeva a specifici accertamenti clinici presso l'Ospedale Regionale di Torrette. Gli esiti clinici effettuati presso il reparto malattie infettive dell'ospedale di Torrette di Ancona, purtroppo, non lasciavano scampo: era essere stata contagiata nel recente periodo trascorso dal virus dell'Hiv. A quel punto la donna si rivolge alla Polizia. L'attività investigativa della Squadra Mobile di Ancona coordinata per la delicatezza dell'indagine dal servizio centrale operativo della Polizia di Stato, guidati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ancona, permetteva di dare certezza che l'indagato era già affetto dalla sindrome da almeno 11 anni. Le indagini - è stato spiegato - hanno inoltre accertato la sua malafede in quanto consapevole del suo stato di salute, quindi responsabile a titolo di dolo di non aver adottato le necessarie precauzioni per evitare il contagio alla o alle vittima, non rendendola edotta del suo stato di salute. In tal senso sono in corso indagini per identificare altri probabili partners potenzialmente contagiati. Nelle prime ore del pomeriggio del 12 giugno, al termine della delicatissima attività di indagine, i poliziotti del servizio centrale operativo e della squadra mobile di Ancona hanno raggiunto l'indagato nella sua abitazione e lo hanno tratto in arresto su ordine del gip. Successivamente sono state eseguite le perquisizioni domiciliari delegate dalla Procura della Repubblica volte alla ricerca di ulteriori elementi di prova utili al proseguimento delle indagini. Sono stati sottoposti a sequestro computer, tablet, telefonini e supporti informatici, visto che l'uomo utilizzava soprattutto «chat» per avere nuove frequentazioni. A sorprendere gli investigatori durante le fasi dell'arresto l'atteggiamento dell'uomo, che si rifiutava di considerarsi malato affermando di ritenersi un negazionista dell'esistenza di tale malattia. Non riconoscendo di essere affetto da Hiv ha continuato negli anni ad avere rapporti sessuali, anche non protetti , senza avvisare le partner occasionali. 

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