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Frutta e pesce per riciclare il denaro dello spaccio di Cosa Nostra, 37 arresti

Valeria Di Corrado
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Il commercio della frutta e del pesce erano la "copertura" per riciclare denaro che derivava dal traffico di sostanze stupefacenti in Germania. Dalle prime luci dell'alba è in corso l'esecuzione di una complessa operazione antimafia, coordinata dalla Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e disposta dalle Direzioni Distrettuali Antimafia di Roma e di Caltanissetta, nei confronti dell'associazione mafiosa Cosa Nostra, in particolare del clan Rinzivillo. Circa 600 uomini appartenenti al Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma, alla Questura di Caltanissetta, al Comando Provinciale dei Carabinieri di Roma, nonché alla Polizia Criminale di Colonia, stanno eseguendo due ordinanze di custodia cautelare (in carcere e ai domiciliari), nei confronti di 37 soggetti, affiliati alla famiglia mafiosa originaria di Gela, responsabili di plurime condotte criminali aggravate dal metodo mafioso.  Il boss Salvatore Rinzivillo, di fatto nulla facente (anche se formalmente assunto dal ristorante romano "Mizzica", sequestrato nell'ambito di un'altra operazione della Dda), gestiva in modo occulto un ristorante nei pressi del Vaticano e contemporaneamente aveva attivato un cellula in terra tedesca, dedita a traffici di droga tra l'Italia e la Germania. Il clan poteva contare sulla complicità di due carabinieri infedeli che fornivano informazioni riservate attraverso l'accesso abusivo alla banca dati delle Forze di polizia e su un avvocato romano che si sarebbe messo a disposizione dell'organizzazione criminale. Il boss gelese è accusato anche di aver estorto, ad aprile 2015, la somma di 180 mila euro dalla famiglia Berti, titolare del rinomato "Café Veneto", di via Veneto, colpito lo scorso giugno da un provvedimento di sequestro.

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