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Il mistero dei nuraghi oltre l'acqua cristallina

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Il fascino dei balli e dei suoni tradizionali

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È la seconda isola più estesa del Mar Mediterraneo. Forse però definendo la Sardegna semplicemente un'isola si rischia di ridimensionare nell'immaginario quello che questa terra forte e bella sostanzialmente è. Dunque, un prezioso micro-continente. Molti viaggiatori e scrittori nell'epoca moderna ne hanno esaltato il fascino, infatti, l'isola è rimasta incontaminata almeno fino all'età contemporanea, nonché immersa in un paesaggio che ospita le vestigia della civiltà nuragica. La calda stagione ha aperto le danze e ora al visitatore non resta che ballare, magari al suono magico delle Launeddas che in ogni vibrazione rievocano ancora oggi la Natura, gli Dei e gli Spiriti, tutti danzanti. Terra imponente e dall'atmosfera esoterica. Forse è anche per questo che Alphonse de Lamartine, Honoré de Balzac e molti altri non hanno saputo resistere al suo fascino. Così come nei primi del Novecento, hanno ceduto all'incanto sardo, loro che sardi lo erano in ogni goccia di sangue, il poeta Sebastiano Satta e il Premio Nobel per letteratura Grazia Deledda. E siccome la musica tradizionale sarda, sia cantata che strumentale, sembra che risalga a 3000 anni a.C., e a testimoniarlo è un vaso risalente alla cultura Ozieri, qui le radici affondano nella storia. Un ballu tundu, la vita. Nel panorama sardo con 7000 nuraghi sparsi in tutta l'isola, uno ogni tre chilometri, le feste scandiscono da sempre la vita delle comunità isolane, e in epoca moderna, soprattutto con la rivalutazione di molte sagre minori, si riafferma la propria unica identità culturale. Viaggiando, quasi a perdersi, in questa terra meravigliosa, tra Cagliari, Alghero, Olbia, Sassari, Villasimius, si rimane abbagliati dalla suggestiva bellezza della Costa Smeralda, dall'Arcipelago di La Maddalena, dal Parco nazionale dell'arcipelago di La Maddalena, dall'Isola Santo Stefano, per poi rimanere a bocca aperta al cospetto della Tomba dei giganti. E come non passeggiare sulle spiagge di San Teodoro, come quella de Li Corri, Seghefusti, La Cinta, La Punta di l'àldia. Ad attendere il turista in cerca invece di un contatto spirituale e, ovviamente di alto valore artistico, c'è la basilica della Santissima Trinità di Saccargia situata nel territorio del comune di Codrongianos in provincia di Sassari, una delle realizzazioni più importanti di questo stile in Sardegna. E ancora, la cattedrale di Santa Maria Assunta e di Santa Cecilia che è il principale luogo di culto di Cagliari. Oppure a Oristano, la cattedrale di Santa Giusta. Una terra viva quella della Sardegna, pulsante di arte che continua a coinvolgere il suo pubblico proveniente da ogni parte del mondo, come il Festival internazionale Time in Jazz giunto quest'anno alla sua XXVIII edizione, e che all'insegna delle «Ali» dall'8 al 16 agosto attende tutti a Berchidda in provincia di Olbia-Tempio e in altri centri del nord Sardegna. La direzione artistica di Paolo Fresu garantisce nomi di spicco come: Louis Moholo-Moholo, Manu Katché, Lars Danielsson, Stefano Bollani, Michel Godard, Nguyên Lê, Oren Marshall, Kenny Barron e Dave Holland. E il 17 e il 18 agosto ritorna anche Time in Sassari. Tra il flusso e il riflusso del mare, suoni antichi e contemporanei, la Sardegna promette emozioni vibranti, mentre il vento sposta un mucadore che incornicia un volto di una donna.

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