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Maxifrodi fiscali scoperte a Torino e Napoli

VITERBO, PROPONEVA MACCHINARI LOTTOMATICA A COSTO INFERIORE: ARRESTATO - FOTO 1

Truffe rispettivamente per 80 e 60 milioni di euro. Due arresti in Piemonte, altri sei in Campania

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Due frodi milionarie sono state scoperte a Torino e Napoli. Il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Torino ha arrestato due imprenditori accusati di aver ideato una frode fiscale da 80 milioni di euro. Altre due persone sono indagate. Le indagini hanno inoltre riguardato altre 37 persone che allo stato non risultano indagate. Le società coinvolte sono 58 (16 delle quali straniere, di 10 Paesi), tra commercio di materiale informatico, fiduciarie ed holding. La frode «carosello» era basata su fatture false: i guadagni illeciti, pari all'iva evasa (18 milioni), venivano ripartiti tra gli organizzatori, che si spartivano il 10% e le «cartiere» che emettevano le fatture, cui andava il 7%. Le società coinvolte hanno sede dal Piemonte alla Lombardia, dalla Liguria alla Toscana, dalle Marche al Lazio. In manette il promotore della frode, noto nel suo account Skype con l'alias «The President», ed il suo socio in affari, entrambi residenti nel capoluogo piemontese. Oltre agli arrestati, sono interessati dalle indagini i loro commercialisti, il titolare e un associato di un importante studio professionale, con sede nel centro di Torino. I fatti contestati riguardano circoli fittizi di fatturazioni, quindi senza effettivi trasferimenti di merce, per un imponibile sottratto a tassazione, ai fini dell'imposta sul reddito delle società, pari ad oltre 80 milioni di euro ed un'Iva evasa per 18 milioni. Secondo quanto ricostruito dai Finanzieri, anche mediante intercettazioni telefoniche, gran parte della merce partiva da società comunitarie e rientrava presso le stesse, senza arrivare mai al consumo finale, con operazioni illogicamente antieconomiche e a prezzi fuori mercato, con beni comprati, ad esempio a 100 e rivenduti a 90 grazie al mancato versamento dell'Iva a monte da parte di società «scatole vuote» compiacenti, rappresentate da prestanome nullatenenti. Analogo il meccanismo della truffa scoperta a Napoli dove un'organizzazione creata da professionisti consentiva di frodare il fisco attraverso un giro di fatture per operazioni inesistenti per circa 60 milioni di euro. L'ha scoperta la procura del capoluogo partenopeo che ha ottenuto dal gip sei misure cautelari nei confronti di imprenditori e faccendieri accusati di associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale e occultamento o distruzione di scritture contabili. L'inchiesta è partita da tre professionisti indagati per dichiarazione fraudolenta per false fatture per 10 milioni di euro, nei cui confronti era stato disposto un sequestro preventivo per equivalente di 5 milioni. Gli inquirenti hanno così ricostruito il giro di fatture per attività e servizi mai resi per oltre 60 milioni attraverso società appositamente costituite in modo da evadere imposte e Iva.

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