
Porto Empedocle, sequestrato il cantiere del rigassificatore

La Dda di Palermo ipotizza la frode nelle forniture con l'aggravante di aver favorito la mafia
Gli agenti della Squadra mobile di Agrigento questa mattina hanno sequestrato il cantiere del rigassificatore in costruzione a Porto Empedocle (Agrigento), in esecuzione della richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Palermo. I procuratori Rita Fulantelli, Emanuale Ravaglioli e Geri Ferrara ipotizzano il reato di frode nelle pubbliche forniture con l'aggravante di avere favorito organizzazioni criminali. I magistrati hanno disposto il sequestro dell'area di stoccaggio di 60 mila tonnellate di materiale pietroso del cantiere del rigassificatore. Due funzionari di Nuove Energie srl, la società che sta sviluppando il progetto, sono stati iscritti nel registro degli indagati. Il materiale pietroso dovrebbe essere utilizzato sia per il compattamento del suolo sia per la realizzazione della scogliera posta a protezione dell'impianto. Il terminale di rigassificazione di gas naturale liquefatto è stato progettato per una capacità di 8 miliardi di metri cubi l'anno, grazie a due serbatoi interrati da 160 mila metri cubi. L'investimento previsto è di oltre 800 milioni di euro.
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