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Il Papa tra i confratelli gesuiti pensa a padre Dall'Oglio

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Nella festa di S. Ignazio, fondatore della Compagnia, Francesco ha celebrato la Messa in forma privata nella chiesa del Gesù. Il generale Nicolàs: «Giorno speciale. Lui è l'unico superiore che ho». Omaggio a padre Arrupe

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Una visita in forma privata, al punto che, complice la stanchezza del lungo viaggio in Brasile, Papa Francesco non si è neppure fermato a salutare le centinaia di fedeli che lo hanno atteso in piazza del Gesù. Questa mattina la sua attenzione era tutta per i confratelli gesuiti, in occasione della festa di Sant'Ignazio, fondatore della Compagnia. Il Pontefice è sceso da una semplice Ford Focus alle 8.01 ed è subito entrato nel Collegio Internazionale del Gesù, accanto alla chiesa madre della Compagnia. Circa 270 confratelli lo hanno atteso all'altare della splendida chiesa barocca per la celebrazione della Messa, dopo il saluto del preposito generale, padre Adolfo Nicolàs. Ammessi pochi collaboratori e qualche autorità: in chiesa si entrava solo con inviti personali. All'omelia il Papa ha esortato i gesuiti a porre Cristo al centro della vita «mettendo da parte voi stessi» e a percorrere cammini creativi verso le periferie in piena comunione con la Chiesa. Come ha «twittato» padre Antonio Spadaro, direttore della Civiltà Cattolica, «ci invita all'umiltà e ad avere Dio solo come fondamento». Il Papa ha avuto un pensiero anche per padre Paolo Dall'Oglio, il gesuita che si trova in Siria del quale non si hanno notizie. Il Pontefice ha ricordato che i gesuiti sono chiamati in diversi modi a dare la loro vita per gli altri, e ha ricordato in questo contesto San Francesco Saverio e Pedro Arrupe, che ebbe un ictus rientrando da una visita ad un campo di rifugiati. Francesco ha poi reso omaggio al corpo di Sant'Ignazio, all'altare con la reliquia di San Francesco Saverio e alla tomba dello stesso padre Arrupe. All'uscita, un novizio gesuita teneva stretta una candela: «È molto speciale - ha raccontato - perché è quella usata dal Papa per accendere il cero davanti a S. Ignazio». Dopo la Messa, Francesco si è intrattenuto per la colazione e un breve colloquio con il padre generale Nicolàs e i suoi più stretti collaboratori. Due ore dopo il suo arrivo ha lasciato piazza del Gesù, salutando con un cenno della mano la piccola folla che intanto era considerevolmente aumentata. «È stato un giorno molto bello - ha commentato alla fine padre Nicolàs intrattenendosi con i giornalisti - davvero speciale. Non solo perché un Papa gesuita ci dà tanta gioia ma anche perché rende più stretta la comunione con Pietro e con la Chiesa. In aereo di ritorno dal Brasile ha scherzato su chi obbedisce a chi, ma è chiarissimo: lui è l'unico superiore che io ho. Non ho nessuna influenza su di lui, a parte che siamo amici. Non c'è nessuna ambiguità. Oggi è stato un incontro amichevole, siamo molto contenti che si senta gesuita, come ha detto lui stesso». Rispondendo a una domanda su padre Dall'Oglio, il generale della Compagnia ha detto di «non avere notizie, neppure dal provinciale del Medio Oriente da cui dipende. È una situazione anomala, sarebbe più facile comprendere se fosse stato rapito da organizzazioni filo-governative ma lui ha sempre parlato per l'opposizione e non è chiaro cosa stia accadendo».

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