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Mourinho, le commissioni e quello scambio col Verona che non gli è andato giù

Alessandro Austini
Alessandro Austini

Spunti, riflessioni e notizie. Con la Roma non ci si annoia mai

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"C'è gente con le tasche piene di premi e commissioni, poi sparisce e a pagare è la proprietà". La bordata di José Mourinho dopo la disfatta di Bodo ancora riecheggia nei corridoi di Trigoria. E non solo. Ma a chi era indirizzato l'attacco dell'allenatore? Ai dirigenti? Ai procuratori che nel periodo di passaggio tra Pallotta e Friedkin hanno preso il sopravvento nella Roma?

Mourinho non ha fatto nomi, non può e difficilmente lo farà, ma i ben informati raccontano che ci sia un'operazione di mercato su tutte tra quelle del passato che lo ha mandato fuori di testa: lo scambio di calciatori col Verona che ha portato Kumbulla in giallorosso, mentre Cetin più i giovani Cancellieri e Diaby hanno fatto il viaggio inverso. A bilancio, risulta che il difensore albanese sia stato pagato 28 milioni e mezzo di euro più bonus più 1 milione di euro di commissione all'agente, mentre il turco Cetin è stato ceduto per 7,837 milioni - con la plusvalenza per la Roma di 4,386 milioni - e i baby Cancellieri e Diaby sono stati valutati 2 milioni e mezzo a testa fruttando altri 5 milioni di euro complessivi di plusvalenza. Di soldi "veri" tra le due società sono passati solo 15.663 milioni oltre ai bonus e alla commissione: assomiglia tanto a uno dei tanti scambi presi in esame dalla Covisoc nella relazione inviata la settimana scorsa alla Procura Figc che ha aperto un'inchiesta, a riprova che allargando l'analisi a tutte le operazioni di ogni società italiana l'elenco sarebbe molto più lungo.

Ora, a un anno e mezzo di distanza dalle firme di quei contratti, la Roma sconta le conseguenze di un affare che presentava vantaggi solo iniziali. Come la miriade di quelli realizzati dalla Juventus. Sì, perché adesso cedere Kumbulla diventa praticamente impossibile, col suo valore a bilancio ancora altissimo. Ed ecco che si presenta il problema per Mourinho, che ha bocciato tecnicamente l'albanese ma vede la società con le mani legate: per cederlo e sostituirlo, il club dovrebbe trovare qualcuno disposto a coprire un prezzo che non corrisponde al reale valore di Kumbulla, che lo stesso portoghese non sta certo aumentando. Anzi.

Lo scambio col Verona è stato realizzato nei primissimi giorni di gestione Friedkin, prima dell'arrivo di Tiago Pinto e quando il mercato veniva gestito in prima persona dall'ex Ceo Guido Fienga, appena liquidato dai texani, con l'appoggio dei procuratori che in quel periodo a Trigoria avevano assunto un ruolo simile a quello dei dirigenti. Fienga doveva essere l'uomo guida del club. "Sarà soprattutto la sua voce a parlare per l'As Roma" scrivevano i Friedkin nel comunicato che annunciava l'acquisto della società. Ma il rapporto di piena fiducia si è sfaldato presto ed è durato poco più di un anno.

Di affari su cui discutere ce ne sarebbero tanti altri, basta leggere l'ultimo bilancio appena pubblicato ad esempio per scoprire che la Roma ha versato l'intero milione di euro ottenuto per il prestito di Kluivert al Lipsia al procuratore Mino Raiola. O che ha dovuto pagare un milione e mezzo agli agenti di Schick per venderlo e 1.2 milioni al manager di Defrel sempre per la cessione. Le tasche di molti si riempiono, ma vale per l'intero sistema del calciomercato fuori controllo. Che Mourinho conosce benissimo.

 

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