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Solo i tifosi amano la Lazio

Rapporti freddi tra Lotito e Sarri, i rinforzi non arrivano, caso rinnovi: il caos aumenta

Luigi Salomone
Luigi Salomone

Giornalista per passione, Lazio, pollo arrosto con tante patate al forno, tradizione Roma Nord Ponte Milvio, Gesù e Maria al Fleming

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Lo scenario peggiore. Nemmeno il peggior nemico poteva sperare di vedere la Lazio ridotta così 58 giorni dopo aver festeggiato un secondo posto tanto meritato quanto inatteso. Lotito attendista e confuso, senza una strategia tanto da perdere la fiducia di Sarri su cui aveva deciso di puntare. Il tecnico arroccato sulle sue scelte e poco propenso, dopo tante promesse disattese, a venire a patti con il suo datore di lavoro. Senza un direttore generale e il club manager, un diesse ombra mai nominato ufficialmente e con tanti giocatori sul piede di guerra (Luis Alberto guida la pattuglia di quelli che aspettano il rinnovo di contratto). Verrebbe da chiedersi chi ama davvero la Lazio, il bene supremo. Di sicuro i tifosi (quasi 27.000 abbonati), poi il nulla con una società malata di autolesionismo cosmico che soffia benzina sul fuoco. Lotito è abituato alle contestazioni, non lo toccano, ma stavolta è meritata. A meno di un clamoroso cambio di passo i segnali sono inquietanti e tra 18 giorni rotola il pallone.
 

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