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Il solito suicidio della Lazio

Apre Pedro, l'Az Alkmaar sfrutta gli errori della difesa e passa all'Olimpico. Ritorno il 16 marzo

Luigi Salomone
Luigi Salomone

Giornalista per passione, Lazio, pollo arrosto con tante patate al forno, tradizione Roma Nord Ponte Milvio, Gesù e Maria al Fleming

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Sempre la solita storia. Dopo una prestazione straordinaria, arriva, puntuale il calo di tensione. Peraltro annunciato alla vigilia da Sarri che, però, anche stavolta fa poco per evitare una sconfitta sanguinosa. Perde la Lazio l’andata degli ottavi di Conference League, mostrando antichi difetti e limiti strutturali, l’Az Alkmaar passa all’Olimpico sfruttando due errori clamorosi della difesa biancoceleste. 
Maledetta Europa, ancora una volta dopo essere uscita in un girone ridicolo della seconda coppa continentale, la Lazio butta via una bella fetta di questa Conference che molti, a torto, considerano un peso nel cammino verso i primi quattro posti del campionato italiano. Va in vantaggio con Pedro, domina, poi sul finire del primo tempo commette un errore clamoroso in uscita (anche basta in certi momenti delle partite, meglio ricorrere a un lancione lungo), Milinkovic sbaglia il tocco per Cataldi, difesa presa d’infilata dall’ottimo Karlsson e Pavlidis realizza un ingiusto 1-1. Anche perché nel recupero della prima frazione Sergej colpisce una traversa clamorosa che annuncia la tragedia della ripresa. 
Felipe divora almeno quattro occasioni clamorose, Luis Alberto il migliore dei suoi, non è fortunato, così come il serbo in mischia. Nel cuore della ripresa la punizione, forse esagerata per quanto visto in campo, con l’errore di Pedro (sempre l’uscita dal basso) e Kerkez, a lungo cercato sul mercato di gennaio che infila Maximiano dopo un’altra rifinitura di Karlsson. Finale in sofferenza, senza grande voglia di andarsi a riprendere la partita e tutto rimandato ad Alkmaar giovedì 16 marzo. Gli ingressi di Romagnoli (al 46’ per Casale schierato dall’inizio nonostante un problema al ginocchio), Cancellieri e Vecino non hanno cambiato il corso di una gara che è sfuggita ai padroni di casa col passare dei minuti. Non c’erano grandi alternative ma non sarebbe stato un dramma sfruttare le ultime due sostituzioni e, invece, Sarri ha scelto di restare così con la sua squadra che in pratica ha costruito pochissimo nell’ultimo quarto d’ora. 
E adesso? Si andrà in Olanda a due giorni e mezzo dal derby con l’obiettivo di ribaltare il punteggio, peraltro impresa quasi impossibile per una squadra che ha vinto solo una volta nelle ultime quindici trasferte europee. Ieri sera sono stati schierati tutti i migliori in pratica ma hanno steccato, sono stati loro a tradire Sarri che ha preferito non ricorrere al turn-over (male Lazzari, Sergej e Felipe in un grigiore generale dopo la prova perfetta di Napoli). Sabato si torna in campo a Bologna, meglio tuffarsi sul campionato perché le uscite fuori dall’Italia della creatura di Sarri sono un pianto.
 

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