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La Lazio di Sarri non ha un piano alternativo

Sconfitta meritata a Lecce con i soliti errori. Anche il tecnico ha sbagliato a gestire la sosta

Luigi Salomone
Luigi Salomone

Giornalista per passione, Lazio, pollo arrosto con tante patate al forno, tradizione Roma Nord Ponte Milvio, Gesù e Maria al Fleming

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Tutto troppo prevedibile. Una Lazio stanca prima ancora di ricominciare, dura mezz’ora e poi viene sopraffatta da un modesto Lecce. Che, però, corre e gioca a pallone mentre i biancocelesti continuano a saper fare solo una partita. Se qualcosa va storto, non esiste un piano alternativo, se la Lazio non ha il pallone tra i piedi e perde le misure in campo, arriva come una sentenza inevitabile la sconfitta. Al di là del secondo ko consecutivo in trasferta (dopo la Juve, quello di ieri) comincia a preoccupare la ripetitività degli errori. Mezzo tempo di palleggio, poi come il Lecce l’ha messa sul piano fisico, la Lazio si è consegnata. È bastato Di Francesco, entrato a inizio ripresa, a fare smarrire i biancocelesti, vittime dei loro stessi limiti. Pochi secondi del secondo tempo per capire che la gara era girata ma Sarri ha aspettato a fare i cambi togliendo peraltro Milinkovic, sicuramente in ritardo di condizione, ma quelli che sono entrati hanno fatto peggio. Inspiegabile tanto più sul risultato di 1-1 togliere Sergej, così come bisogna farsi qualche domanda sulla gestione di questi due mesi in cui il tecnico biancoceleste ha avuto la possibilità di allenare con continuità il gruppo. E, invece, tutti sulle gambe, poca brillantezza nonostante ritiri, doppie sedute, studi scientifici e tanto altro. Compreso quel giorno libero accordato tre giorni fa che si è rivelato un clamoroso azzardo (il Lecce ha faticato il primo dell’anno come quasi tutte le altre squadre). E stavolta non c’era nemmeno Luis Alberto a cui dare la colpa per una diagonale fatta male e una corsa in meno all’indietro per non perdere le distanze. Ora, senza fare drammi, qualche volta si metta in discussione anche le scelte di Sarri che non riesce a far cambiare l’identità alla sua creatura.
 

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