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Mezza Lazio non basta con la Juve

Doppietta di Kean, sigillo di Milik: biancocelesti stanchi e senza troppi titolari

Luigi Salomone
Luigi Salomone

Giornalista per passione, Lazio, pollo arrosto con tante patate al forno, tradizione Roma Nord Ponte Milvio, Gesù e Maria al Fleming

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La Juve si lancia all’inseguimento del Napoli, batte la Lazio sfruttando gli errori della difesa di Sarri  e conquista la sesta vittoria consecutiva senza subire gol (ora è terza). Una doppietta di Kean e il sigillo di Kean condannano i biancocelesti troppo stanchi per opporre resistenza, infilati dal contropiede bianconero alla vigilia di una sosta che, per quanto visto all’Allianz Stadium, arriva al momento giusto per ritrovare brillantezza e titolari pesanti per il gioco sarriano. 
Allegri senza Pogba, Vlahovic, Mckennie e De Sciglio ma recupera Locatelli, Cuadrado, Chiesa e Di Maria. Solito 3-5-2 con Milik e Kean terminali offensivi e fiducia al giovane Fagioli in mezzo al campo. Sarri non ha molte scelte, sono rimasti a casa tre titolari pesanti, Lazzari, Zaccagni, Milinkovic, in più Patric alza bandiera bianca. In pratica i punti di forza sulle due fasce sono davanti al divano per colpa dello stesso infortunio al polpaccio. Hysaj si prende la fascia destra per il resto conferme per Casale, Romagnoli e Marusic. A centrocampo terzetto Milinkovic-Cataldi-Basic (preferito a Vecino in odore di mondiali con l’Uruguay), in attacco con Anderson e Pedro il tecnico biancoceleste schiera il baby Romero dopo il gol al Monza.
Si parte e il primo squillo è della Juve con Fagioli che fa venire i brividi a Provedel bravo a bloccare la conclusione dal limite. La Lazio palleggia nella metà campo della Juve, i padroni di casa aspettano e si affidano ai cambi di campo e lanci lunghi su Kean e Milik. Peccato per i biancocelesti che non trovano mai la porta di Szczesny tanto che il primo tiro verso la porta arriva al 40’ con<ET>Pedro. Due angoli della banda Sarri che sul finire del primo tempo sembra prendere in mano una gara equilibrata (nel frattempo l’arbitro Massa aveva ammonito Bremer, Gatti e Milinkovic). Poi, all’improvviso l’errore che non ti aspetti in ripartenza: sbaglia Sergej, Rabiot rilancia in avanti, ma la palla finisce a Kean che beffa Provedel in uscita e tutta la difesa biancoceleste (la Lazio torna a subire gol in trasferta dopo quello incassato a Genova 422 minuti prima). Si va al riposo sotto con tanto possesso palla (62%, un’enormità nella tana bianconera) ma troppo sterile per pensare di fare paura a una difesa che non subisce reti da tante partite. 
Dopo l’intervallo nessun cambio, Sarri chede coraggio ma c’è poco da fare. Perché la Juve raddoppia al primo affondo con la complicità di Massa che non fischia in mezzo al campo un fallo a Cataldi. Kostic sfrutta il regalo, calcia verso la porta, Provedel respinge male il tap-in di Kean che fa doppietta. Subito cambi: dentro Luis Alberto e Vecino per Basic e Cataldi, Allegri risponde con Di Maria e Chiesa, fuori l’autore dei gol bianconeri e Kostic. Ora la Lazio almeno è pericolosa, prima con il mago spagnolo e poi con Pedro. Sarri inserisce Cancellieri e Gila (escono Romero e Hysaj) e poco dopo saluta il 2022 anche Sergej). La Lazio non ne ha più, non riesce a trovare l’episodio per mettere in discussione il risultato contro questa Juve ritrovata. La punizione si fa pensate, Milik trova il tris che manda in archivio un 3-0 che non ammette discussioni. Allegri terzo in classifica col contropiede, Sarri quarto col possesso palla ma non stavolta non poteva davvero fare di più.
 

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