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La Lazio butta via due punti

Apre Immobile, pareggio al 92' di Gabbiadini per la Samp. Squadra troppo leziosa

Luigi Salomone
Luigi Salomone

Giornalista per passione, Lazio, pollo arrosto con tante patate al forno, tradizione Roma Nord Ponte Milvio, Gesù e Maria al Fleming

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Un segnale preoccupante, un’altra gara da inserire nel libro dei rimpianti. La Lazio butta due punti dalla finestra dopo aver dominato la partita per settanta minuti con la Sampdoria che annaspava per il campo senza costruire pericoli per Provedel se non in due sporadiche occasioni. Siamo al 92’, stavolta i cambi hanno peggiorato la squadra che nel quarto d’ora finale aveva perso il controllo della sfida, errore clamoroso di Cancellieri che si fa strappare il pallone da Rincon senza coprirlo, filtrante per Gabbiadini: d’esterno manda in estasi Marassi e finisce 1-1, incredibile. Il veleno nella coda, un suicidio tattico e tecnico senza motivi apparenti contro un avversario che ha segnato proprio ieri sera il primo gol della sua traballante stagione. Inutile la perla iniziale di<ET>Immobile su assist al bacio di Milinkovic (tacco da far vedere nelle scuole calcio), il palo di Ciro, tante occasioni potenziali sprecate per un’insana voglia di entrare nella porta di Audero con il pallone. 
Troppo leziosi gli attaccanti di Sarri che si è sgolato per tutta la sfida contro l’amico Giampaolo forse perchè annusava la beffa. Così è stato, una punizione per certi aspetti meritata a cui hanno contribuito i cambi che stavolta hanno complicato i piani. Tant’è, otto punti in quattro partite restano un bottino dignitoso anche se il mal di trasferta comincia a farsi sentire: sia a Torino, sia a Genova troppe occasioni sbagliate, è mancata quella cattiveria necessaria per portare a casa la vittoria. 
Riavvolgendo il nastro resta l’ottimo fraseggio del primo tempo con una sola imbucata subita dove è stato bravo Provedel su Quagliarella (il capitano della Samp ha protestato su un presunto rigore di Marusic ma l’incerto Aureliano al Var ha confermato la decisione presa in campo). Con Luis Alberto e Cataldi dall’inizio a centrocampo, il gioco è stato sempre in mano ai biancocelesti ma Zaccagni ha fallito il raddoppio e anche Ciro, stavolta, è stato troppo altruista nel triangolare con i compagni in area di rigore invece di forzare il tiro. Come detto, i cambi sono stati decisivi per la Samp che ha inserito Caputo, Djuricic, Villar, Ferrari e soprattutto Gabbiadini poi letale al 92’. Per Sarri, sfortunato nel problema iniziale di Felipe Anderson (sostituito al 40’ con Pedro, non al meglio) poi Basic, Marcos Antonio e Cancellieri al 72’. Un tris di inserimenti fatali per l’uscita di Luis Alberto che ha spento la luce delle ripartenze biancoclesti. La Lazio ha provato a speculare sul risultato, ci si è messa la sfortuna con l’uscita di Romagnoli per Gila che ha indebolito la difesa nelle ultime mischie ed è venuto fuori il pareggio che non fa superare l’esame ai biancocelesti. Sabato sera contro il Napoli (arrabbiato per il pari contro il Lecce), ci vorrà un’altra Lazio con più voglia di andarsi a prendere il risultato. Certo, in questo strano agosto di campionato, il calendario non ha aiutato i biancocelesti così come gli arbitraggi, anche ieri due ammoniti a zero che vanno salire il totale a 12 gialli subiti più un espulso in sole quattro gare. E, per una squadra che tiene palla e gioca a calcio, sembrano davvero un’enormità.
La delusione è tutta nel volto distrutto di Milinkovic a fine partita per l’occasione gettata al vento. Lazio rimandata, la prima prova di maturità non è stata superata ma manca davvero poco per diventare grandi.
 

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